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Riviera Maya. Acque sacre

Tra lagune color smeraldo, acque marine turchesi, limpidi e freddi cenotes sotterranei, si svela l'incanto della Riviera Maya. Una striscia di terra benedetta dall'acqua con 120 chilometri di meraviglie maya e misteri ancora da svelare.

XelHa
E’ certo l’acqua l’elemento naturale che permea l’intangibile splendore della Riviera Maya, il litorale messicano dove continua a perpetuarsi la magia di una delle civiltà più misteriose e affascinanti della storia. E’ acqua salata del Mar dei Caraibi con tutte le sfumature a cui avvezza lo sguardo senza mai stancarlo; è acqua dolce, pura e sacra dei cenotes sotterranei da attraversare con pinne e maschera lasciandosi trasportare dalla corrente; è acqua calda e impetuosa che scaraventa dal cielo in terra l’ira di Chat (il dio maya della pioggia) in improvvisi scroscioni tipici del clima tropicale.

Nei 120 chilometri di Caribe messicano noto come Riviera Maya e geograficamente appartenente allo stato di Quintana Roo nella Penisola dello Yucatan, il contatto con la natura è pressoché immediato. Nel visitare i siti archeologici, si tocca con mano la reverenza dei Maya per l’ambiente cosmico. Tulum e Cobà – le città fortezza più famose della Riviera – spiccano per le loro arditezze di posizionamento, l’una a picco sul mare, l’altra nel bel mezzo della selva. Di Tulum tutti ne parlano, Cobà è forse meno nota, ingiustamente. E’ un luogo di grande suggestione, circondata da laghi e ricoperta interamente da una vegetazione tropicale che scopre poco a poco le rovine rimaste intatte.

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Costruita all’incrocio di una rete di strade bianche (“sacbè” per i maya), la città-stato di Cobà raggiunse il massimo splendore tra il 300 e il 1000 a.C. Restituisce ancora oggi preziose vestigia come numerose steli, due piramidi  e altre costruzioni come il Grupo Cobà, le Pinturas, il Grupo Chumul Nuc e il Grupo Mascanxoc, presso l’omonimo lago. Contribuiscono a valorizzare l’ambiente naturale (e soprannaturale) della Riviera dei Maya, anche i più recenti parchi naturalistici di Xel-Hà (nella foto) e Xcaret, divenuti importanti attrazioni turistiche. Limpide lagune, flora e fauna locali, foreste con itinerari naturalistici, spettacoli maya e quant’altro riempiono questi contenitori a 360 gradi dove la natura regna sovrana.

Il polo mondano della Riviera è Playa del Carmen, la Rimini del Messico, con la sua appendice chic di Playacar dove si concentrano lussuose ville ed eleganti strutture ricettive. Dire Playa del Carmen è dire Quinta Avenida, il nocciolo della movida, dove – in una sequenza di locali, ristoranti, boutique, hotel e negozietti fatti in serie – è possibile, con un po’ di attenzione, scovare qualche gradevole angolo come El Jardin de Marieta, una sorta di galleria d’arte all’aperto introdotta da un  patio alberato. All’interno si trova anche una caffetteria italiana dove chi non può rinunciare al caffè Espresso, troverà soddisfazione per il palato.

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