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Napoli location film Gianni Amelio Tenerezza Galleria Santa Chiara

Napoli antica e moderna si alternano nella Tenerezza di Amelio

Il nuovo film del regista calabrese è un dramma dalla cornice affascinante.

01 Distribution
È una Napoli riconoscibile quella che Gianni Amelio ha scelto come ambientazione per il suo nuovo film, La tenerezza. Una Napoli cittadina, dove antico e moderno si intrecciano, lontano dalle periferie, e dove prende vita una dolorosa storia borghese, in cui al centro è la famiglia, con le sue divergenze e incomprensioni irrisolte, di rapporti che si sfaldano con il tempo per questioni antiche. Una famiglia che muta nel dolore, come fa il protagonista Lorenzo (in omaggio a Lorenzo Marone, autore del romanzo da cui il film è tratto, "La tentazione di essere felici") che ad un certo punto della vita smette di amare i propri figli. E, ormai anziano, passa il suo tempo vagando per i vicoli di Napoli, permettendo al regista di mostrare al pubblico ancora una volta le bellezze antiche e i contrasti di una città che forse come nessuna è un set a cielo aperto.

La parte storica di Napoli ci appare sullo sfondo delle tante scene in cui seguiamo Lorenzo tra Largo dei Banchi Nuovi e il Monastero di Santa Chiara. Mentre percorre via banchi nuovi, via candelora, via santa chiara e la piazzetta Monticelli si snodano strade strette, pavimentate di sampietrini, costeggiate dalle facciate di vecchi palazzi, dai balconi bassi e dove cercare i classici panni stesi… Elementi di una suggestione che nasce proprio dal Largo in cui si svolge l'azione, il cui nome deriva dai banchi - o logge - dei mercanti che vi operavano, originariamente i segatori, ovvero i falegnami. Tutto risale al 1569, quando una pioggia torrenziale distrusse le case e il terreno fu acquistato dai mercanti che vi tenevano i banchi, per metterne di nuovi. La compagnia dei barbieri vi fece costruire nel 1616 la chiesa dedicata ai Santissimi Cosma e Damiano, all’interno della quale ancora si trovano l’altare settecentesco con una tela del Donzelli e una della scuola di Luca Giordano. Anche se oggi, purtroppo, Largo Banchi Nuovi e la stessa Chiesa Monumentale versano in un totale abbandono e degrado, finendo per essere goduti soprattutto dai ragazzi che qui giocano a pallone.

Qui, proprio nel palazzo ocra accanto alla chiesa (in un appartamento attualmente disabitato, in realtà!), vive il nostro Lorenzo. Che accompagniamo più di una volta mentre sale le scale, mostrandoci - attraverso le finestre del palazzo - la vista sottostante. "Il libro è ambientato al Vomero, - ha raccontato il regista a Radio Colonna. - Chi è nato a Napoli considera normale andare a stabilirsi lì. Per uno non napoletano, arrivare a Vomero non è arrivare a Napoli. Credo che il cuore di Napoli sia quello: non è la Napoli dei Bassi e quella degli attici". "Posti che conoscevo a menadito", gli fa eco Renato Carpentieri, napoletano DOC, che ha parlato di "dinamica affettiva" descrivendo il suo "girare vicino alle Poste, la Facoltà di Architettura, piazza del Gesù… Questa Napoli è la mia".

Ma c'è spazio anche per un altro volto di Napoli: quello più moderno, di cui è emblema il Palazzo di Giustizia dove lavora Elena, la figlia di Lorenzo, interpretata da Giovanna Mezzogiorno. Visto dalla collina del Vomero il Nuovo Tribunale e l'intero complesso conferiscono al panorama della città un'aria piuttosto particolare per l'inevitabile contrasto esistente tra le antichità del centro storico di Napoli e la modernità dei grattacieli che si ergono imponenti. E dei cantieri navali, dove il Fabio di Elio Germano lavora come Ingegnere. E dove entriamo, anche qui Lorenzo, come visitatori negli interni dei Cantieri del Mediterraneo.

Dove però vediamo emergere le prime avvisaglie di quel che sarà è di nuovo nella Napoli più conosciuta e frequentata (insieme alla Funicolare di Chiaia che ci accoglie all'inizio), sotto gli archi imponenti della ottocentesca Galleria Umberto I. A poca distanza dai dipinti settecenteschi della Chiesa di Santa Brigida, la nostra famigliola felice si raccoglie ai tavolini del braccio in direzione di Via Toledo, del bar Anna Bellavita, accanto al Mc Donald's. E Qui si svolge una delle scene chiave del film, quella in cui Germano ha un violento diverbio con un immigrato.
 
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