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Né Indonesia né Borneo: in Gold–La grande truffa si va in Thailandia

Il nuovo film con Matthew McConaughey è stato un'avventura continua. Soprattutto per gli attori

Eagle Pictures
È ispirato a fatti realmente accaduti il Gold – La grande truffa del regista di Syriana - Premio Oscar per la miglior sceneggiatura di Traffic - Stephen Gaghan, un racconto epico di un Sogno Americano interpretato da un coraggioso Matthew McConaughey e da Edgar Ramirez, businessman e gelogo alla ricerca dell'oro in Indonesia e nel Borneo. Ed è lì che si sviluppa la storia di ambizione e avventura di Kenny Wells, in cerca di profitto, e il 'river walker' Michael Acosta…

Uomo d’affari, da anni senza successo in cerca di fortuna, il primo, geologo ed esploratore di fiumi ("Se avevi in progetto di fare un buco nel terreno in Indonesia, volevi Mike Acosta che ti dicesse dove scavare") il secondo, Wells sembra aver scoperto nella inesplorata giungla indonesiana una delle più grandi e prolifiche miniere d'oro che lo fa finalmente diventare sfacciatamente ricco. Ma 'non è tutto Oro quel che luccica' potrebbe essere la morale della storia, ammesso che ce ne debba essere una.

Probabilmente è quello che deve aver pensato il regista in Thailandia - dove è stata girata la parte indonesiana prima di trasferire le riprese ad Albuquerque, New Mexico, e a Reno, in Nevada, per poi terminare le riprese a New York City - quando ha dovuto fronteggiare "inondazioni, frane, ragni giganti, cacciatori di serpenti e un monsone senza precedenti nella giungla della Thailandia". "Il secondo giorno di riprese abbiamo perso il 75% dei nostri set con due fiumi inondati - racconta. - Il tetto del nostro set principale era due metri sotto l'acqua. La pioggia ha abbattuto le gru. Tutto ciò che non era stato legato, è finito giù diritto verso il mare. Tutte le nostre location sul fiume e dentro la giungla sono state perse. Il fiume non era più navigabile. Piovve come non ho mai visto in vita mia".

GUARDA LE FOTO: THAILANDIA, UNA GRANDE TRUFFA DA SOGNO

Un’avventura incredibile, insomma, iniziata nei primi di luglio del 2015 in Thailandia, appunto, scelta per le sua infrastrutture così come per le sue giungle esotiche, i costi relativamente bassi e la geografia simile all’Indonesia… Che, insieme all'altra ambientazione indispensabile della giungla del Borneo, ha richiesto lunghe ricerche per essere 'sostituita', in quasi ogni parte del paese, comprese le aree lungo i confini con il Myanmar e il Laos. Una ricerca che ha portato la produzione a scegliere le zone di Krabi e a Surat Thani nel Sud della Thailandia e la stessa Bangkok, soprattutto per le scene ambientate nella Giacarta del 1980.

Si è finiti a girare nei tre alberghi più alti della città: lo Shangri-La (per la scena in cui Kenny e Acosta prendono un drink nella hall, così come quella in cui cenano con il ministro minerario indonesiano), Il Mandarin Oriental (dove Kenny parla al telefono da una suite con vista sul fiume Chao Praya e nel Bamboo Bar trasformato nel Colonial Era Club) e il Siam. "Il Siam è assolutamente bellissimo - ribadisce il produttore esecutivo Ben Stillman. - È proprio sull'acqua, quindi bisogna arrivarci in barca". "L'abbiamo usato per la tenuta di Danny Suharto a Giacarta, - aggiunge il co-produttore Chris Lowenstein, - e la nostra Cadillac rossa del 1962 sembrava perfetta parcheggiata davanti alla parete di pietra bianca della struttura".

Ma mentre le scene nel bar di Giacarta sono state girate in una galleria d'arte nel centro della famosa Chinatown di Bangkok sono state le location di Krabi e a Surat Thani le più impegnative. Sia per le condizioni di lavoro e meteorologiche, sia per il fatto di non esser mai state utilizzate prima per un film… "Abbiamo avuto bisogno di costruire il nostro sito minerario e poi circondarlo con i nostri alberi e la giungla, in modo da poter riutilizzare la location nel film. Così ci siamo dovuti portare migliaia di piante tropicali, alberi e cespugli, e impiantarli prima delle riprese", ricorda Lowenstein, che continua: "Abbiamo scoperto quel luogo utilizzando delle zattere di bambù e navigando lungo un fiume nella giungla e una volta che abbiamo deciso di girare lì, abbiamo dovuto costruire una strada per accedervi". D'altronde la miniera d'oro di Washoe a Khao Sok, come dice Stillman: "Doveva sembrare un posto mozzafiato, un luogo in cui nessuno era mai stato prima".
 
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