Laghi, canali e foreste: un ecosistema integrato ridisegna la Lipsia che verrà.
Miniere, fabbriche, mercati e laboratori sono un poker di elementi che delinea un paesaggio fatto di metalli e merci, più frenesia che poesia. Il passato recente di Lipsia, è vero, si è fondato su questo milieu industriale e commerciale iperattivo, alimentandolo con lo sfruttamento del contesto naturale e con l’intervento sul paesaggio.
Ma proprio da questo ha derivato un tratto distintivo che pare il suo opposto: molte cave ora sono laghi, i canali in cui scorrevano le chiatte di trasporto vengono riconvertiti in sentieri liquidi (e puliti) bordati da piste ciclabili. I parchi cittadini sono vere e proprie foreste. Il tutto, poi – e questo è l’elemento più importante – va ben oltre il collage di verde nel cemento. Una visione realmente integrata sta facendo sì che la metropoli sassone diventi l’epicentro di un piccolo, si fa per dire, ecosistema urbano all’avanguardia.
Si è iniziato quindici anni fa, poco dopo la caduta del muro di Berlino, e nel giro di altri quindici l’opera sarà completa. Ma di che si tratta? Qualche dato: un’area complessiva di settanta chilometri quadrati, una ventina di nuovi laghi, un network di sette canali navigabili avrà il suo hub fluviale nel nuovo porto nel cuore di Lipsia e una lunghezza complessiva di oltre duecento chilometri. Molto, però, è già una realtà: il lago Cospuden, per esempio, è stato aperto al pubblico nel giugno del 2000, ogni anno cinquantamila lipsiensi vanno a prendere il sole sulle sue rive sabbiose.
Il prossimo sarà lo Zwenkau, poco più a sud. E in città? L’Auenwald è un’oasi che taglia la città da nord a sud, i parchi Clara Zetkin e Rosenthal sono altri due polmoni verdi non lontani dal centro. Le testimonianze rinascimentali, i capolavori barocchi, il retaggio dell’architettura industriale e poi socialista costituiscono un patrimonio dalla cubatura imponente e diffusa, a tratti organica e compatta, oppure imprevedibile e sfilacciata. A tutto questo, però, fa da contraltare un altro sistema che separa, costeggia, unisce e integra. Naturale al cento per cento (e a trecentosessanta gradi): canali, piccoli giardini e grandi aree verdi, dentro e fuori. Con un po’ di tempo a disposizione si passa di fiume in fiume, dalla città vera e propria agli ambienti che ricordano un entroterra lontano eppure immediatamente accessibile: lungo le rive del Mulde, tra le colline del corso dell’Elba, fino a Bad Dueben e oltre.