Lo stato di Oaxaca si trova nel Sud del Messico, in una zona aspra e selvaggia, ricchissima di produzione artigianale e di varietà etniche. Questi ingredienti restituiscono al territorio oaxaqueño un fascino davvero peculiare, fatto di presenze primordiali, con un legame quasi morboso per la terra e per le tradizioni tra cui spicca l’arte della ceramica, coltivata con zelo nei tanti villaggi disseminati qua e là, e nei mercati indigeni. Non mancano suggestioni mistiche. Gli Oaxacans sono un mosaico di popolazioni diverse, tribù antiche, nazioni e razze: gli Zapotec, i Mixte, gli Ayu’uk, i Chontales, i Triques, gli Huaves, i Chinantecos, gli Amuzgos, i Zoques, i Cuicatecos, i Tacuates, i Chatinos.
La città di Oaxaca, capitale dell’omonima regione, è un mondo a parte, considerato da molti viaggiatori che qui sono approdati uno dei più belli del Messico. Non c’è dubbio che per vivere esperienze autentiche spesso bisogna scegliere di allontanarsi dalle realtà più consolidate, turisticamente parlando. Non che posti come Città del Messico non abbiano emozioni da regalare. Ma le sorprese di solito sono più gradite delle aspettative realizzate. Forse di Oaxaca non si parla molto, eppure sono stati scritti libri, e la bellezza del suo centro storico è stata dichiarata Patrimonio dell’Unesco.
Costruita dagli spagnoli, la città ha dato i natali a Benito Juarez, patriota e presidente messicano. Spiccano le sue strade strette, gli edifici religiosi di varie epoche, come la cinquecentesca Cattedrale e la Chiesa di Santo Domingo de Guzman, in stile barocco messicano. Il mercato di Oaxaca è forse il più bello del Messico, e Monte Alban è un’altra preziosa perla protetta dall’Unesco. Qui tombe e piramidi zapoteche fanno da sfondo e catalizzano lo sguardo prima di direzionarlo verso l’albero di Tuleche, con i suoi 58 metri di circonferenza e 42 di altezza, è considerato l’albero più grande del mondo.
L’attrazione maggiore di questa città sono i mercati, che si fondono con le superbe architetture coloniali e si trovano ovunque attorno alla piazza principale, ricchi di sapori, odori, voci della popolazione india, in maggioranza rispetto alle altre etnie. Da tenere presenti anche i mercati e i centri artigianali dei villaggi vicini.
Tra i libri più belli dedicati alla magia di Oaxaca, il recente “Diario di Oaxaca” di Sacks Oliver W., della collana Feltrinelli Traveller (anno 2004, 12€) e “Oaxaca. Tierra de arte. Uno sguardo sull’arte contemporanea messicana” edito da Electa Mondadori nella collana Cataloghi di mostre (2003, 35€). Uno sguardo ambivalente sui luoghi e sull’arte di questo angolo del Messico, più primitivo nell’arte rispetto alle altre tradizioni messicane.