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L'amore in viaggio nella promessa dell'alba

Il film con Charlotte Gainsbourg attraversa epoche e paesi per realizzare una storia che promette di rapirci.

i wonder pictures
Ci sono produzioni alle quali dovremmo esser grati. Non tanto per l'approfittare degli splendidi scenari naturali del nostro Paese, o per la varietà di location sfruttate per creare la cosiddetta magia del cinema… Quanto soprattutto per la qualità di queste. Come possiamo vedere nel film di Eric Barbier distribuito da I Wonder Pictures, La promessa dell'alba. Film interpretato da Charlotte Gainsbourg che lo stesso regista definisce "Un racconto autobiografico in cui la memoria è sublimata e i ricordi ricostruiti". E con il quale, tra la Polonia e il Messico, il deserto africano e la Francia, si finisce per visitare anche la nostra Liguria.



Un tour inevitabile, volendo raccontare la straordinaria vita vissuta da Romain Gary: dalla difficile infanzia in Polonia all’adolescenza a Nizza, per poi arrivare alla carriera da aviatore in Africa durante la seconda guerra mondiale... Un impulso, a vivere mille vite, a diventare un grande uomo e un celebre scrittore, che è merito di Nina, sua madre. Sarà proprio il folle amore di questa madre possessiva ed eccentrica che lo porterà a diventare uno dei più grandi romanzieri del ventesimo secolo, e a condurre una vita piena di rocamboleschi colpi di scena, passioni e misteri. Ma quell'amore materno senza freni sarà anche un fardello per tutta la sua vita.

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Alla base dell'operazione, l'omonimo romanzo autobiografico - divenuto bestseller di culto - scritto da Romain Gary. "Un'epopea spettacolare e intima che attraversa la Storia" secondo Eric Jehelmann e Philippe Rousselet, produttori del film le cui riprese si sono svolte dal 31 marzo all'8 luglio del 2016. Non tre mesi pieni, però, visto che sempre loro ci confermano di aver "girato in 5 paesi differenti nel giro di 14 settimane" per realizzare questo "viaggio attraverso la Polonia degli anni ’20, il Messico degli anni ’50, passando per il deserto africano, Nizza e Parigi, e Londra sotto i bombardamenti".



Si fa per dire "Londra", visto che per ricostruirne le strade ci si è affidati a un sito industriale abbandonato dove è stato costruito anche Wellington, il bar dove si riunivano i piloti dei diversi Paesi… ma in Ungheria! Uno dei cuori di questa storia appassionante e commovente, stando alle ulteriori rivelazioni di Barbier: "Quando abbiamo visitato Budapest, dove avevamo deciso di girare le scene di esterni ambientate a Wilno, non riuscivamo a trovare un luogo dove si potesse costruire il set del quartiere ebraico. Un giorno, camminando per la città, siamo passati davanti all’ingresso di un parcheggio a cielo aperto in cui si potevano intravedere dei muri abbattuti, delle pietre, delle facciate di case, alcune anche molto vecchie. È stato proprio lì che abbiamo potuto costruire la nostra Wilno come volevamo, eravamo a casa nostra".

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Una sfida nella sfida ricostruire il vecchio quartiere ebraico della cittadina polacca (oggi appartenente alla Lituania), una zona che oggi non esiste più. "La maggior parte dei quartieri ebraici è stata rasa al suolo per lasciare spazio a delle grandi strade e parchi immensi - racconta ancora il cineasta. - Visitare la città ci ha permesso non solo di appoggiarci all’adattamento dal libro, ma anche alle testimonianze della gente che ha vissuto lì e conosce bene la città".



Non facile, ma non impossibile, insomma. Soprattutto volendo! Ed dimostrandosi capaci di un certo sforzo di visualizzazione, soprattutto per alcune ambientazioni… "Per le scene aeree mi sono affidato ad uno scenario in Belgio. Ma la sfida per la ricerca del luogo è stata - a parte la città di Wilno, come detto sempre dal regista - per Nizza, dove né la città vecchia né il lungomare inglese (molto importante per lo scenario iniziale) hanno più la forma e la fisionomia che avevano un tempo". Per questo si è ricorsi alla Liguria, a Bordighera e Imperia: "L’Italia è stata una magnifica opportunità - aggiunge Barbier, - perché avevamo la possibilità di girare in luoghi meravigliosi e adatti per girare sia le scene ambientate in Messico sia quelle ambientate a Nizza". Anche se forse le scene tecnicamente più complesse sono state quelle girate nel deserto in Marocco o quelle ambientate nella neve…
 
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