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L'Albania più nascosta e lontana di Vergine giurata

Grande interpretazione di Alba Rohrwacher sullo sfondo di panorami inusuali tutti da scoprire

Istituto Luce
Dopo Bellocchio e Mazzacurati, la romana Laura Bispuri sceglie come film d'esordio un "piccolo film" - come lo definisce lei - con: una storia importante, ripresa dal romanzo di Elvira Dones; una grande attrice protagonista, Alba Rohrwacher; un contesto eccezionale, quello albanese, determinante ai fini della narrazione di Vergine giurata.

E' il paese delle Aquile e, per la precisione, il territorio settentrionale dell'Albania, che domina la scena del film e che, con la sue tradizioni e i suoi valori peculiari, ne condiziona l'andamento. In primis, quella citata dal titolo, in base alla quale alcune donne (le Burneshat, secondo l'antico codice del Kanun) possono vivere una vita da uomo senza sottostare a discriminazioni o ad obblighi tribali. In partcolare, in Vergine giurata, Laura Bispuri ci offre un'immagine dell'Albania molto ricca, nel bene e nel male, attraverso i personaggi messi in scena ma, soprattutto, attraverso una serie di ambientazioni scelte accuratamente dal Location Manager Davide Scaperrotta e dalla stessa regista che, nei tre anni di preparazione del film, si è molto legata a quelle zone. "Ho sviluppato una passione per l'Albania e la sua cultura in tutti i modi possibili: incontri, letture, musica - ha dichiarato la Bispuri -. Sono andata diverse volte lì, tra le montagne, e penso che il film rifletta la mia passione per questo Paese.Un universo remoto che il cinema non ha quasi mai raccontato e che ho eletto a simbolo di una condizione più generale".
Girato lungo la via che da Scutari si inerpica verso le montagna. il film è ambientato in villaggi pressoché sconosciuti quali Tropoja, raggiungibile dopo sei ore di macchina percorrendo una strada tortuosissima tutta sassi e curve, o Zogaj, tra ponti medievali sul fiume Kir e più moderni laghi artificiali (Dejes).
 
Un universo socio-culturale complesso che, al netto degli eccessi e delle denunce, merita rispetto. E amore. Quello che i suoi figli le riservano sempre. E che emerge con insistenza nelle scene del film che, presentato al Festival di Berlino, ha portato il suo set anche in Italia, a Bolzano e Merano, senza ritrovare , tuttavia, quella stessa poesia cercata dalla regista nelle sue scene. La stessa che l'artista voleva accompagnasse "la visione della storia" e che descrive come "una poesia ruvida ma capace di commuovere".

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