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La Sassonia che da sempre affascina François Ozon

Il regista francese presenta Frantz, film con il quale ha già conquistato l'ultimo Festival di Venezia

Academy Two
"Desideravo da tempo fare un film sulla menzogna" sono le prime parole che restano impresse sentendo parlare il regista francese François Ozon del suo ultimo Frantz, film presentato - con grande successo di critica - alla Mostra d'Arte Internazionale di Venezia da poco conclusasi. Un film che a parte una unica scena ambientata nel Museo del Louvre di Parigi, città d'origine di Ozon, vede svolgersi la sua vicenda quasi interamente nei due stati federati tedeschi della Sassonia e della Sassonia-Anhalt.

Il racconto di Adrien della visita inventata al Louvre con Frantz, per quanto una di quelle che il regista ha preferito girare (per sua stessa ammissione) e per quanto importante nell'economia del film (per quel che aggiunge al forte legame tra il francese e il tedesco), resta un unicum nel racconto ambientato alla fine della Prima Guerra Mondiale in una ipotetica cittadina della Germania. Qui vediamo Anna recarsi ogni giorno sulla tomba del fidanzato Frantz, morto al fronte in Francia, fino a quando incontra Adrien, giovane francese lì per omaggiare l'amico caduto. Una presenza aliena che scatena una serie di reazioni e svela segreti, dei quali è costituito il film.

Per questioni narrative, Ozon ha scelto di tenersi ben lontano dalle capitali dei due länder, Dresda e Magdeburgo, come spiega lo stesso regista: "Abbiamo girato in pieno centro della Germania, a circa 200 km da Berlino, a Quedlinburg e a Wernigerode per la cittadina e a Gorlitz, al confine con la Polonia per il cimitero. Tutti posti dell’ex Repubblica Democratica Tedesca che sono rimasti così come erano, nè troppo distrutti e neanche ricostruiti, al contrario delle città dell’Ovest". Le perfette location - insieme alla dimenticata Osterwieck - per una storia cosi caratterizzata cronologicamente e insieme fascinosa, in un bianco e nero particolarmente realistico.

Quasi una dichiarazione d'amore per una Germania lontana da quella che siamo abituati a visualizzare. Risultato di un interesse dalle radici lontane… "La Germania è il primo paese straniero che ho scoperto da bambino, ne sono rimasto affascinato e ho sempre avuto da allora un interesse per la lingua, la storia e la cultura tedesca - confessa Ozon. - Da tanto tempo volevo raccontare il lato fraterno di questi due popoli europei, l’amicizia che può legarli, e questo film era l’occasione perfetta".

Il segretissimo inizio riprese del 25 agosto 2015 ha così dato il via all'avventura condivisa con Pierre Niney (già Premio Cesar per il film Yves Saint Laurent), Paula Beer e Cyrielle Claire. Un piccolo viaggio, come quelli che il regista ammette di amare… "Mi piace molto riprendere i tragitti percorsi, è un modo concreto di materializzare l’idea del movimento dei personaggi e di mettere il film e i protagonisti in un luogo geografico - spiega Ozon, ricollegandosi subito al film. - Era importante mostrare quella cittadina tedesca, quei tragitti dalla casa al cimitero, e poi fino alla Gasthaus. Guardare quel tragitto è interrogarsi sul personaggio di Anna, capire il suo percorso. Per poi affrontare il grande viaggio che la porterà in Francia e la farà andare oltre le apparenze".

 
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