La cucina etiope è stata influenzata dalle tre religioni monoteiste: ebraismo, cristianesino e islamismo, ben radicate (a parte la prima - i falashà, gli ebrei etiopi, sono emigrati quasi tutti in Israele -) tra la popolazione. La conseguenza è che non si mangia carne di maiale (regola che vale anche per i cristiani). Poco male: la carne di manzo etiope è famosa per la sua bontà, così come l'agnello, il montone e il pollo. Molto antica, questa cucina è la più interessante di tutto il continente africano e per certi versi può ricordare, a noi occidentali, quella indiana, solo che è molto, ma molto più raffnata.
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A base di carne di manzo cruda macinata e spesso servito con ingredienti come spezie a base di polvere di niter kibbeh e burro chiarificato aromatizzato, (che contribuiscono a dare al piatto un sapore unico e particolare), il kitfo (talvolta chiamato anche kefto) è un prelibato piatto della tradizione culinaria etiope.
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La carne di manzo viene tritata e marinata in mitmita, una miscela appunto di spezie polverizzate, tipica della cucina locale. Molte volta il kitfo viene servito come contorno: in molte parti dell'Etiopia, infatti, può essere un accompagnamento ideale per l'injera, altra prelibatezza della cucina etiope ed eritrea oppure può essere affiancato da formaggio dolce e verdure bollite. Considerato un piatto di lusso, il kifto è ideale per riacquisire le energie dopo un'intensa giornata di stress di duro lavoro o dopo momenti comunque estenuanti.
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Questo piatto viene spesso servito con una sorta di pane pita, che si chiama Injera, e spolverato di formaggio di capra fresco.