"Diamo fiducia all’Africa". Con queste parole Josep Blatter, presidente della Fifa, aveva aperto il conto alla rovescia a 100 dall’inizio del Mondiale in Sudafrica, che prenderà il via ufficialmente il prossimo 11 giugno. Ora che di giorni ne mancano 36, la macchina organizzativa del campionato del mondo risulta ben oliata: in Sudafrica all’apparenza tutto sembra pronto per l’evento sportivo più importante dell’anno.
Il 'South Africa Tourism', l’ente che si occupa della promozione del turismo nel Paese sudafricano, ha ufficializzato le cifre relative all’evento calcistico, tracciando un profilo della situazione relativa a investimenti, stadi, infrastrutture e sicurezza. Nell’ottica secondo la quale il Mondiale rappresenta una carta decisiva per il futuro del Sudafrica, la stessa che ha spinto la Fifa ad assegnare a quel Paese l’evento più prestigioso del calcio internazionale, gli investimenti effettuati per organizzare al meglio il Mondiale sono tanto significativi quanto il ritorno che si aspetta in termini economici.
Il governo sudafricano, infatti, ha investito 28 miliardi di Rand, una cifra vicina ai 2,5 miliardi di euro: facendo riferimento alla moneta europea, circa 900 milioni sono stati stanziati per la costruzione e l’adeguamento degli stadi e lo sviluppo delle aree circostanti, 1,2 miliardi per il sistema delle infrastrutture di movimento (trasporti e strade), 1,8 miliardi per gli aeroporti. Il ritorno stimato è di circa 4,6 miliardi di euro, cifra che non tiene conto delle risorse che dovrebbero entrare grazie alla presenza degli spettatori provenienti da tutto il mondo e dal successivo aumento del turismo nel Paese, che dovrebbero dare un ulteriore contributo di circa 1,5 miliardi di euro.
GLI STADI: le strutture che ospiteranno il Mondiale sono 10, dislocati in otto delle nove province del Paese. Il numero complessivo delle persone che potranno essere ospitate durante la rassegna calcistica è di 570mila. L’impianto più grande è il FNB Stadium di Johannesburg (94.700 spettatori), che sarà il teatro della finalissima del prossimo 11 luglio. Nella città si giocherà anche in un altro impianto, l’Ellis Park Stadium (61.000 spettatori), mentre le altre città che ospiteranno le gare del Mondiale saranno Città del Capo (Green Point Stadium, 70.000), Durban (Moses Mabhida Stadium, 70.000), Pretoria (Loftus Versfeld Stadium, 50.000), Port Elizabeth (Nelson Mandela Bay Stadium, 48.000), Bloemfontein (Free State Stadium, 48.000), Nelspruit (Mbombela Stadium, 46.000) e Polokwane (Peter Mokaba Stadium, 45.000).
È notizia recente che i circa 27.000 operai che hanno lavorato alla costruzione dei sei nuovi impianti che ospiteranno le partite del Mondiale avranno diritto a due biglietti gratis per assistere a una delle 64 partite. Si tratta di un riconoscimento che il governo sudafricano e la Fifa hanno voluto fare a chi si è impegnato "a dare il proprio contributo per lo svolgimento di uno degli spettacoli più entusiasmanti di sempre", secondo le parole pronunciate dal capo del comitato organizzatore locale, Danny Jordaan.
LE INFRASTRUTTURE: in cinque anni, ovvero da quando il Sudafrica ha ricevuto il mandato di organizzare i Mondiali 2010, il governo del Paese ha investito oltre 15 miliardi di euro in infrastrutture. Per quanto riguarda gli aeroporti, gli investimenti più importanti riguardano i tre principali scali internazionali, nelle città di Johannesburg, Città del Capo e Durban. Corposi investimenti sono stati compiuti anche per migliorare il sistema di spostamento all’interno del Paese e quello presente nelle città teatro degli incontri, migliorate dal punto di vista della frequenza dei trasporti e della sicurezza.
LA SICUREZZA: proprio la sicurezza è uno dei temi più importanti legate alla rassegna mondiale, tanto più dopo quanto accaduto in Angola durante i giorni dell’ultima Coppa d’Africa. Proprio gli avvenimenti accaduti nello scorso mese di febbraio hanno acceso i riflettori sul piano di sicurezza presentato dalle autorità sudafricane alla Fifa, un piano molto dettagliato per fronteggiare minacce di tipo terroristico, violenze dei tifosi e criminalità comune. Gli agenti in uniforme che verranno impiegati durante i Mondiali saranno ben 44.000, la predisposizione del sistema relativo alla sicurezza sono stati spesi ben 67 milioni di euro, mentre 640 milioni verranno spesi a Mondiali in corso.
I VOLONTARI: affinché la macchina organizzativa durante il Mondiali funzioni al meglio, ben 15.000 volontari sono stati reclutati da tutto il mondo per dare il proprio contributo alla migliore riuscita dell’evento. L'80% di essi proviene dal Paese sudafricano, circa il 10% da altri paesi africani, mentre il restante 10% dal resto del mondo.
SPORT, ARTE E CULTURA: circa 2,3 milioni di euro sono stati investiti dal 2007 per lo sviluppo dello sport nelle aree più povere, affinché il Mondiale non resti un evento fine a se stesso. Altri 20 milioni di euro dovrebbero essere spesi per potenziare le attività sportive di le scuole e le comunità. Trainato dagli eventi calcistici, l’intero apparato culturale del Sudafrica verrà presentato al resto del mondo, approfittando della cassa di risonanza che l’evento sportivo darà al Paese, che coglierà l’occasione per presentare al mondo intero la propria musica, arte, artigianato, danza ed enogastronomia.
IL FUTURO: se il Sudafrica è pronto, altrettanto non è possibile dire del Brasile, il Paese che ospiterà la rassegna calcistica nel 2014. In questo senso, le parole di Jerome Valcke, vice presidente della Fifa, sono state chiarissime: "Dovremo aspettare che finisca il prossimo Carnevale per vedere il Brasile mettersi al lavoro in vista dei Mondiali 2014?" A differenza di quanto fatto dal Sudafrica, in Sudamerica non si stanno rispettando le scadenze, sia per quanto riguarda la costruzione degli impianti che nella predisposizione di tutto il necessario al Mondiale. "Non vogliamo una Coppa del Mondo in cui tutto viene fatto all'ultimo momento – ha auspicato Valcke –. Finora è stato fatto molto poco: è venuto il momento di agire". In tal senso, il Sudafrica può essere portato come esempio, anche se solo il futuro potrà testimoniare se quanto il primo Mondiale di calcio disputato in Africa porterà o meno buoni frutti.