Spesso ci concentriamo sui grandi nomi nel presentare un film, ed è inevitabile che un regista come George Clooney e una coppia di protagonisti principali come Matt Damon e Julianne Moore siano una forza impossibile da ignorare, eppure nel caso del loro Suburbicon, Dove tutto è come sembra fa notizia il riconoscimento dei prestigiosi COLA (California On Location Award) per il 'Location Manager' Michael Burmeister del film e il suo 'Location Team' composto da Ken Haber, Brian Kalata, Perri Fitchner, Alex Kivlen e Rich Bokides, che a giorni potrebbero risultare i migliori dell'anno nella categoria "Independent Feature Films" proprio per il lavoro fatto nel creare la Levittown in cui si svolge il film.
Si tratta di un classico e gioioso sobborgo californiano degli anni ’50, dove il meglio e il peggio dell’umanità si riflettono nelle azioni della gente comune. Questo almeno finché un misterioso omicidio fa emergere comportamenti inattesi: una famiglia apparentemente perfetta si trova infatti costretta a ricorrere al ricatto, alla vendetta e al tradimento per sopravvivere. Insomma, una black comedy che nasconde sotto l’apparenza idilliaca un’implacabile ferocia, come nello stile dell'amatissimo George, già premio Oscar per Argo e Syriana e dei suoi amici - qui sceneggiatori - Joel & Ethan Coen (anche loro premiati con la statuetta per Non è un paese per vecchi e Fargo).

Proprio Clooney ha scelto lo Smokehouse Restaurant di Burbank (che dà il nome alla sua compagnia di produzione, per altro) per festeggiare con attori e tecnici la fine delle riprese. Un evento dal sapore 'casalingo', visto che gran parte della vicenda è stata ospitata dal comune della contea di Los Angeles e dai locali Warner Brothers Studios e che per il resto della lavorazione non ci si è allontanati poi molto, approfittando degli sfondi di Encino e Van Nuys, Carson (per gli esterni della casa dei Lodge), Santa Clarita, San Fernando, North Hollywood (dove l'ormai deserto Valley Plaza Recreation Center è stato trasformato in un’area shopping degli anni 50 con vetrate d’epoca), Altadena, Pasadena, Canyon Country e la sua Mystery Mesa e soprattutto Fullerton. Ed è in uno dei sobborghi di Fullerton che la produzione ha trovato gli esterni perfetti per la casa dei Meyers, e una ventina di case di quell’epoca visibili nella ripresa iniziale: "Le case di Fullerton sono state costruite nel 1958, e la cosa per noi era perfetta, - ha dichiarato lo scenografo Jim Bissell. - La comunità è sempre stata orgogliosa di aver conservato l’architettura originale e ci sono state solo pochissime modifiche. È stata una location molto importante, perché anche i colori delle costruzioni sono rimasti gli stessi".
In realtà la nostra Levittown sarebbe visitabile nella 'lontana' Pennsylvania, ma - come spiega ancora Bissell - "anche se abbiamo girato in California, abbiamo voluto che le case fossero come un po’ ovunque negli USA. Il nostro obiettivo quando facevamo i sopralluoghi per girare era trovare case nelle migliori condizioni possibili". Salvo poi trasformarle ripiantando alberi o eliminandone, riparando marciapiedi e rinfrescando l’esterno di molte case con una mano di vernice e l’aggiunta di alcuni elementi degli anni 50, come siepi e luci… "Ovunque abbiamo girato, la gente è stata fantastica con noi - commentava lo stesso Clooney. - Abbiamo stravolto le loro vite, ridipinto la loro case e girato tutta la notte, ma loro ci sono sempre stati accanto e ci hanno sostenuto".
Si tratta di un classico e gioioso sobborgo californiano degli anni ’50, dove il meglio e il peggio dell’umanità si riflettono nelle azioni della gente comune. Questo almeno finché un misterioso omicidio fa emergere comportamenti inattesi: una famiglia apparentemente perfetta si trova infatti costretta a ricorrere al ricatto, alla vendetta e al tradimento per sopravvivere. Insomma, una black comedy che nasconde sotto l’apparenza idilliaca un’implacabile ferocia, come nello stile dell'amatissimo George, già premio Oscar per Argo e Syriana e dei suoi amici - qui sceneggiatori - Joel & Ethan Coen (anche loro premiati con la statuetta per Non è un paese per vecchi e Fargo).

Proprio Clooney ha scelto lo Smokehouse Restaurant di Burbank (che dà il nome alla sua compagnia di produzione, per altro) per festeggiare con attori e tecnici la fine delle riprese. Un evento dal sapore 'casalingo', visto che gran parte della vicenda è stata ospitata dal comune della contea di Los Angeles e dai locali Warner Brothers Studios e che per il resto della lavorazione non ci si è allontanati poi molto, approfittando degli sfondi di Encino e Van Nuys, Carson (per gli esterni della casa dei Lodge), Santa Clarita, San Fernando, North Hollywood (dove l'ormai deserto Valley Plaza Recreation Center è stato trasformato in un’area shopping degli anni 50 con vetrate d’epoca), Altadena, Pasadena, Canyon Country e la sua Mystery Mesa e soprattutto Fullerton. Ed è in uno dei sobborghi di Fullerton che la produzione ha trovato gli esterni perfetti per la casa dei Meyers, e una ventina di case di quell’epoca visibili nella ripresa iniziale: "Le case di Fullerton sono state costruite nel 1958, e la cosa per noi era perfetta, - ha dichiarato lo scenografo Jim Bissell. - La comunità è sempre stata orgogliosa di aver conservato l’architettura originale e ci sono state solo pochissime modifiche. È stata una location molto importante, perché anche i colori delle costruzioni sono rimasti gli stessi".
In realtà la nostra Levittown sarebbe visitabile nella 'lontana' Pennsylvania, ma - come spiega ancora Bissell - "anche se abbiamo girato in California, abbiamo voluto che le case fossero come un po’ ovunque negli USA. Il nostro obiettivo quando facevamo i sopralluoghi per girare era trovare case nelle migliori condizioni possibili". Salvo poi trasformarle ripiantando alberi o eliminandone, riparando marciapiedi e rinfrescando l’esterno di molte case con una mano di vernice e l’aggiunta di alcuni elementi degli anni 50, come siepi e luci… "Ovunque abbiamo girato, la gente è stata fantastica con noi - commentava lo stesso Clooney. - Abbiamo stravolto le loro vite, ridipinto la loro case e girato tutta la notte, ma loro ci sono sempre stati accanto e ci hanno sostenuto".