Costa Rica: ricchezza naturale e piacere della gastronomia. Più di 150 varietà di frutta, tra le quali la mora, il mamones, il cas, la banana, il zapote il mango, la guayaba, la grandilla, il tamarindo. Più di 30 varietà di ortaggi che è possibile acquistare nelle mattinate di sabato e domenica nei mercati all'aperto dove gli agricoltori offrono i loro prodotti freschi a prezzi molto convenienti.
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Con la ferma convinzione che la cucina è un arte, i "ticos" sorprendono con piatti locali elaborati a base di ingredienti che, anche se sono universali, come il riso e i fagioli, combinati nel modo costaricense, costituiscono il piatto nazionale chiamato gallo pinto. In Costa Rica, il pasto principale è il pranzo.
Il gallo pinto in alcune case si serve come piatto della domenica, ma anche (e soprattutto) a colazione. La cucina costaricense é saporita ma non piccante, non é molto varia, solitamente i menu dei locali tipici propongono piatti unici con nomi diversi ma poche varianti.
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Esistono tante ricette di gallo pinto, come persone che lo preparano, con la costante dei fagioli neri, il riso, e il coriandolo fresco. C’è chi lo prepara più umido, chi preferisce il riso quasi scotto e chi lo ama quasi tostato, come si usa mangiarlo al nord del paese, nella regione del Guanacaste. Anche gli accompagnamenti variano. Il gallo pinto infatti non si mangia mai da solo. L’uovo è l’elemento principe insieme a una panna acida molto densa, ma c’è chi lo mangia con grandi e spesse fette di lardo fritto, pane, tortillas, grosse banane verdi fritte e persino una specie di stufato di carne bovina, cotto in salsa di pomodori. In alcuni ristoranti tipici, la lista dei contorni di un gallo pinto è molto varia. Quello che non cambia è ciò che si beve con questa colazione: il caffè assolutamente di produzione locale.
Anche se il riso e fagioli è una costante latinoamericana, Costa Rica e Nicaragua si contendono la paternità del piatto e del nome; nonostante il gallo pinto nicaraguense si faccia con fagioli rossi, la ricetta è sostanzialmente la stessa. È stata Patricia Vega dell’Università del Costa Rica a porre fine all’incertezza, seguendo i passi del gallo pinto tradizionale per trovarne l’origine: il gallo pinto sarebbe nato tra il XVIII e il XVIV sec sulla costa atlantica del Costa Rica, specificamente nelle piantagioni di banane dove lavoravano sia costaricani che nicaraguensi. Questi ultimi impararono a elaborarlo e lo fecero proprio, esportandolo al loro paese.
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Il fatto che sia proprio sulla costa atlantica a essere nato, fa pensare a origini africane ancora più remote, importato in America dagli schiavi che si stabilirono nelle Antille e arrivato poi ai caraibi centroamericani, probabilmente dagli schiavi che costruirono la linea del treno dalla costa atlantica fino a San Josè, la capitale. L’origine africana spiegherebbe la ragione per la quale in tutta la costa atlantica americana esiste un piatto con base di riso e fagioli, con altri nomi, caratteristiche e presentazioni.
“Gallo pinto” vuol dire letteralmente “gallo maculato”. Gallo in Costa Rica, vuol dire anche una tortilla non tostata con qualsiasi tipo di cibo al suo interno e ripiegata in due. Originalmente si mangiava in una tortilla e non in un piatto, era un “gallo”, non un gallo nero come quello di fagioli soli, ma maculato, per la presenza del riso. Una legenda del 1930 tramandata nel paese, narra che il nome del piatto ebbe origine a San Sebastiàn, un quartiere rurale di San José. Un ricco proprietario avrebbe invitato moltissima gente a festeggiare a casa sua il giorno del patrono protettore San Sebastiàn, annunciando che per l’occasione avrebbe sacrificato un gallo pinto che aveva fatto ingrassare per vari mesi. Fu tanta la gente che accettò l’invito che il gallo non bastò per tutti, per cui le cuoche dovettero ingegnarsela a mettere insieme il riso e fagioli rimasti in cucina per servire da mangiare a tutti gli assistenti alla festa. Da allora, la mescolanza di riso e fagioli avrebbe preso il nome di gallo pinto, propagandosi poi in tutto il paese e anche all’estero.