Camminare attraverso La Cumbrecita è un’esperienza surreale. Qui i cartelli stradali sono in tedesco. I ristoranti servono schnitzel e goulash. Nei locali si beve birra in stile bavarese e si assaporano vasetti di crauti fatti in casa. La cosa bizzarra è che questo angolo di Germania si trova nel cuore dell’Argentina. Situato sulle colline ad un paio d’ore da Cordoba, La Cumbrecita è infatti un villaggio svizzero-tedesco ricreato in maniera perfetta. Visitatori da tutta l’Argentina ed anche da più lontano arrivano per sperimentare questa strana trasposizione della piccola Germania. I residenti vivono nelle tipiche case a graticcio e alcuni parlano tedesco. C’è anche un enorme orologio a cucù che da il benvenuto appena si entra nel villaggio. Il kitsch è innegabile.
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Ma La Cumbrecita è anche una sfida. Come afferma Ingrid Cabjolsky, i cui nonni arrivarono nel 1932 a Buenos Aires da Berlino: la famiglia voleva una casa per le vacanze ma preferivano la montagna al mare nei pressi della capitale argentina. Avevano nel cuore la pittoresca località di Garmisch-Partenkirchen, in Baviera al confine con l’Austria. Cosi incominciarono ad esplorare i dintorni e non contenti, su un suggerimento di un amico, intrapresero un lungo viaggio, in parte a cavallo, verso la valle di Calamuchita, ovvero il luogo che sarebbe poi diventato La Cumbrecita. All’epoca non c’era nessuna strada e alcun tipo di vegetazione ma solo rocce e una cascata che conduceva ad un piccolo fiume. Questo è però bastato per convincere i nonni di Ingrid ad acquistare il terreno. Cosi nel 1934 la famiglia comprò 500 ettari di terra per iniziare il curioso progetto di portare un po’ di Germania nel cuore dell’Argentina. Ecco quindi edificati casali bavaresi e chalet alpini in legno. I coniugi vendettero alcuni appezzamenti agli amici con l’unica condizione che qualsiasi cosa venisse costruita sarebbe stata in stile svizzero-tedesco.
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Costruirono anche strade di collegamento e piantarono migliaia di alberi, molti di quali erano abeti e pini, piuttosto inusuali in quella terra. Tutto in modo da avere l’idea di trovarsi in Baviera. Allo scoppio della guerra i Cabjolsky non poterono più far ritorno in Germania, anche perché la nonna di Ingrid era per metà ebrea. Questo causò problemi con il lavoro a Buenos Aires tanto che la soluzione dei due coniugi fu quella di stabilirsi in modo permanente a La Cumbrecita. Attualmente gli abitanti del villaggio sono circa 1500. Ingrid Cabjolsky gestisce Helmuts, il bar e il bistro locali. Ha trasformato il posto in una sorta di santuario dei suoi antenati, con fotografie sbiadite e vecchie cartoline incorniciate sul muro, documentando la loro inusuale storia familiare.