Non bisogna lasciarsi ingannare dalle dimensioni relativamente ridotte di Villa Gamberia e del suo giardino. In un solo ettaro di superficie, infatti, questa proprietà alle porte di Firenze riesce a custodire quattro secoli di competenze architettoniche e paesaggistiche arricchite da una vista magnifica che già da sola varrebbe una visita al complesso. Villa Gamberaia, infatti, si trova sulla collina appena al di fuori dell'abitato di Settignano, della quale sfrutta gli antichi terrazzamenti per regalare un panorama da sogno che spazia sulla città di Firenze e sulla Valle dell'Arno. Una passeggiata per i giardini della Villa, dunque, si rivela un'esperienza di grande impatto visivo ed emotivo, reso ancor più coinvolgente dalla bellezza del parco che , nel corso del tempo, si è trasformato arricchendosi, di volta in volta, di scorci ed esemplari botanici sempre più affascinanti.
La costruzione della Villa risale agli inizi del XVII secolo, ad opera del facoltoso e colto mercante fiorentino Zanobi Lapi il quale, assieme ai nipoti, si occupò delle aree più importanti del giardino e delle condotte d'acqua per le fontane. I successivi proprietari, i marchesi Capponi, che rilevarono il complesso un secolo più tardi, si dedicarono a piccoli restauri e si presero cura del giardino adornandolo con statue ed altre installazioni. Alla fine del XIX secolo fu la principessa romena Catherine Jeanne Ghyka ad acquistare la villa e ad intraprendere una massiccia opera di riqualificazione del parterre, danneggiato dal tempo, che venne trasformato in uno scenografico parterre d'acqua incorniciato da piantagioni colorate di rose, iris e oleandri. L'aspetto formale che caratterizza ancora oggi questa zona del giardino fu opera della successiva proprietaria, Maud Cass Ledyard, Baronessa von Ketteler, che rese il parterre un giardino architettonico, prevalentemente sempreverde, scandito dalle forme geometriche delle eleganti creazioni topiarie in bosso, cipresso, tasso e fillirea.
Il giardino è percorso, in senso longitudinale, da un ampio viale a prato di 225 metri che culmina sul lato nord con un ninfeo dalle raffinate decorazioni a bassorilievo, e, sul versante meridionale, con la scenografica apertura sulla valle. L'asse trasversale misura, invece, 105 metri ed è adornato da due suggestivi boschi "segreti" tra i quali è racchiuso, proprio all'incrocio con l'asse principale, il pittoresco "cabinet de rocaille", decorato con statue, giochi d'acqua e quattro eleganti scalinate simmetriche che conducono al bosco di lecci secolari, a sud, e al terrazzo dei limoni, a nord-ovest, con "mixed border" di peonie arboree e spalliere di rose “Albértine”. Con una tale ricercatezza e perfezione architettonica, non meraviglia che questo splendido giardino toscano sia stato fonte di ispirazione per illustri paesaggisti del Novecento come Geoffrey Jellicoe, che lo ha preso a modello per il restauro del giardino di Sutton Place in Inghilterra, e Pietro Porcinai, nato a Settignano e figlio del capo giardiniere della Villa all'epoca della Principessa Ghyka.
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