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Trieste, nel regno dei dinosauri

Alla scoperta dei fossili meravigliosi del Villaggio del Pescatore

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Courtesy of ©facebook.com/CooperativaGemina
Il sito paleontologico del Villaggio del Pescatore
C'è un luogo vicino Trieste, ed in particolare vicino al Castello di Duino, dove è possibile ripercorrere la storia del nostro pianeta assieme alle antiche creature che un tempo lo popolarono. Basta raggiungere la vecchia cava calcarea situata tra il Villaggio del Pescatore e Duino dove, celati tra le rocce millenarie, si trovano i resti di un lontano passato in cui l'uomo non era ancora presente sul nostro pianeta. Si tratta di un importante sito paleontologico di interesse mondiale che è entrato nella storia non soltanto per l'immensa ricchezza dei fossili custoditi tra le sue rocce ma anche, e soprattutto, per il sorprendente rinvenimento dei resti fossili di un intero dinosauro, il più completo mai riportato alla luce in Europa dal 1878 tra le specie di dimensioni medio-grandi, a cui è stato dato il nome di Antonio, e alla cui scoperta ha fatto seguito quella di Bruno, ancora più grande anche se, con ogni probabilità, meno completo.

La scoperta di Antonio nel 1994 fu un evento di estrema rilevanza su scala internazionale perchè questo Tethyshadros insularis di un metro di altezza e 4 di lunghezza è sorprendentemente completo ed ha fornito preziosi spunti per lo studio della fauna del Cretaccio, epoca a cui risalgono i resti dell'adrosauro. Al meraviglioso scheletro di Antonio, negli stessi anni, si sono aggiunti i primi resti di quello di Bruno, che probabilmente era circa un metro più grande di Antonio, ma per la cui ricostruzione ci sono voluti quasi vent'anni, basti pensare che il rinvenimento e l'estrazione del cranio sono stati portati a termine poche settimane fa. Bruno è l'altra grande scoperta del Villaggio del Pescatore che, non a caso, gode della classificazione di geosito tutelato. La qualità e la completezza del suo scheletro difficilmente potranno eguagliare quelle dei resti di Antonio, ma il cranio appena riportato alla luce offrirà nuovo materiale per la ricostruzione della fauna di 70 milioni di anni fa.

Ma sebbene Bruno ed Antonio, i cui resti sono custoditi presso il Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, siano le grandi star del sito paleontologico del Villaggio del Pescatore, la vecchia cava cela tantissime altre testimonianze di esseri viventi più antichi dell'uomo. Il sito, infatti, agli albori della storia vantava un clima tropicale caldo-umido che favoriva lo sviluppo di una vegetazione lussureggiante e di una fauna ricca e variegata. Proprio per questo è stato possibile rinvenire, intrappolati tra le rocce, i resti di coccodrilli, gamberetti, vegetali, pesci disarticolati, altri esemplari di adrosauri simili ad Antonio e Bruno e persino parti di uno pterosauro. Grazie alle iniziative della Cooperativa Gemina è, oggi, possibile ammirare le meraviglie del sito con l'accompagnamento di guide esperte che ne presentano i tesori e coinvolgono i partecipanti che lo desiderano in simpatici laboratori ed attività per tutta la famiglia.

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