Terra di boschi incontaminati e di creature tanto rare quanto affascinanti, la Riserva Naturale Senese dell'Alto Merse è un'area protetta toscana che sfoggia magnifici paesaggi lussureggianti e ricchi di specie animali e vegetali differenti. Adagiata a sud ovest del capoluogo senese, la Riserva comprende un lungo tratto del fiume Merse, di cui porta il nome, e diversi suoi affluenti, in particolare buona parte del torrente Rosia e l'ultimo tratto del torrente La Gonna. I rilievi circostanti, sui quali affiorano le rocce silicee appartenenti al Gruppo del Verrucano sono ricoperti di boschi di caducifoglie tra i quali trova maggiore rappresentanza il cerro. Sui versanti più freschi il cerro è ben accompagnato dalla rovere. Numerosi anche i castagneti la cui espansione è stata in parte opera dell'uomo che, dopo aver selezionato gli alberi dove erano già presenti, li ha poi piantati in altre zone dalle condizioni pedoclimatiche idonee alla specie.
Sono decenni che l'uomo non mette mano a queste folte aree boschive nelle quali, dunque, gli alberi hanno avuto la possibilità di crescere liberamente raggiungendo dimensioni tali da poter ospitare una ricca fauna forestale caratterizzata da specie di estrema rilevanza internazionale. Tra le creature più affascinanti si annoverano ben tre differenti specie di picchi, quello verde, quello rosso maggiore e il torcicollo, e numerosi mammiferi di estrema importanza conservazionistica come il gatto selvatico, la martora e la puzzola. Nella zona nord-occidentale, invece, le ampie radure che un tempo erano destinate all'attività agricola, offrono l'ambiente ideale per la sopravvivenza di numerosi animali diversi, tra cui il cervone e rapaci come il biancone, la poiana e il gheppio.
A rendere così speciale la fauna locale è la presenza, specialmente negli ambienti acquatici, di diversi endemismi e vere e proprie rarità. Nelle acque del fiume Merse, ombreggiate da vegetazione ripariale a salici e pioppi, nuotano quattro specie endemiche: il ghiozzo dell'Arno, il cavedano dell'Ombrone, il barbo appenninico e la rovella. Mentre nei pressi dei limpidi corsi d'acqua minori è possibile imbattersi in rare specie anfibie come le rane italiche e le salamandrine dagli occhiali, presenti soltanto nelle acque pure e non inquinate dell'Italia peninsulare.
Il torrente La Gonna è un vero scrigno di rarità faunistiche. Nelle sue acque ha, infatti, trovato dimora niente meno che il gambero di fiume, un crostaceo divenuto rarissimo in tutto il continente europeo a causa dello smodato sfruttamento a scopo alimentare, oltre che una delle pochissime popolazioni toscane della biscia tassellata, un serpente molto difficile da trovare in tutto lo Stivale.
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