Sile: il fiume che affiora dalla terra

Ci sono luoghi in cui, nel tempo, la natura ha mantenuto inalterata la propria bellezza incontaminata e ci sono luoghi in cui l'uomo ha interagito con essa, plasmandola e modificandola ma sempre nel rispetto del suo fascino. E' in questo modo che hanno preso vita alcuni paesaggi del nostro Paese come quelli del Parco del Sile, un'area naturalistica dagli scenari unici che alterna luoghi intatti popolati soltanto da una flora ed una fauna estremamente ricche e variegate, a luoghi in cui l'intervento dell'uomo ha lasciato evidenti tracce sin da epoche lontane senza mai, però, apparire invasivo.

Era, infatti, inevitabile che un fiume come il Sile con la sua estensione e la sua portata costante esercitasse, nel corso dei secoli, una irresistibile attrattiva sulle genti della zona. Per secoli utilizzata come importante risorsa per lo sviluppo delle popolazioni che vi si stabilirono, l'acqua del fiume veniva utilizzata per azionare mulini e alimentare opifici e fornaci che ancora oggi abbelliscono il paesaggio e raccontano la lunga storia di cui il fiume è stato protagonista. Il suo percorso, poi, che dal Trevigiano giunge sino alla Laguna di Venezia, lo ha reso per molto tempo un ottimo mezzo per il trasporto di persone e merci che tenevano vivi i commerci tra Treviso, spesso soprannominata il Granaio della Repubblica, e la Serenessima.

Dal punto di vista naturalistico il Sile non è meno interessante. Si tratta, infatti, di un fiume di risorgiva, il più lungo del suo genere in Europa. Le splendide sorgenti che affiorano dal terreno, che in dialetto veneto vengono chiamate fontanassi, rappresentano una delle zone del parco più affascinanti. Sono localizzate in un'area che abbraccia alcune frazioni dei comuni trevigiani di Vedelago e Piombino Dese e può essere esplorata grazie ad uno splendido itinerario che si sviluppa su un percorso attrezzato realizzato dall'ente parco che gli ha dato il nome evocativo di Porta dell'Acqua.

Le risorgive rappresentano il punto di accesso ideale per vivere e scoprire i paesaggi che meglio identificano il corso di questo fiume così affascinate e così particolare. Ma per chi desiderasse approfondire ogni aspetto delle origini, della storia e della cultura che hanno reso quest'area così significativa, l'Oasi di Cervara è il luogo che meglio esprime la sintesi di ciò che il parco rappresenta, ossia un luogo dove l'uomo e la natura hanno dato vita ad un incontro reciprocamente decisivo per la propria esistenza. Si tratta di un territorio di 25 ettari che si estende su un isolotto che emerge dalle acque del Sile e del canale Piovega. E' una delle aree del parco dove si concentra la più ricca biodiversità che fa da cornice ad un'antica ed affascinante opera dell'uomo: un mulino risalente al XIV secolo che oggi al suo interno ospita un museo etnografico che approfondisce gli aspetti più rappresentativi della cultura che si è sviluppata nel corso dei secoli nell'area del parco.

Grazie al circuito GiraSile, poi, visitare il parco e scoprirne i siti di maggiore interesse è ancora più semplice e divertente. Si tratta di un itinerario ecologico che attraversa tutto il parco dalle risorgive sino alle conche di Portegrandi sulla Laguna di Venezia, da percorrere preferibilmente in bicicletta per poterne apprezzare al meglio il valore paesaggistico. Durante il percorso oltre ad esplorare le più belle aree del parco si ha l'opportunità di scoprire le quattro differenti aree tematiche che caratterizzano l'itinerario: il GiraSile nel Gusto, che permette di scoprire i sapori più genuini della zona del parco spaziando dal radicchio, agli asparagi sino alla casatella, alla trota e allo storione; il GiraSile nella Natura che si sviluppa tra oasi, macchie boscate, siepi, paesaggi a campi chiusi, torbiere e “alberi patriarca” come la Grande Quercia; il GiraSile nell'Arte che presenta i più importanti siti di interesse storico, archeologico e rurale; e soprattutto il GiraSile nell'Acqua che permette di abbandonare per un attimo la bici e salpare a bordo di canoe, kayak e vecchie “pantane” alla scoperta degli angoli più suggestivi di questo prezioso fiume.