Il nostro Paese è talmente ricco di siti in cui storia e natura si fondono in un'unica ed eccezionale meraviglia che se si volesse visitarli tutti probabilmente non basterebbe una vita. Ci sono luoghi, però, che meritano una particolare attenzione e che bisognerebbe cercare di visitare almeno una volta per non perdere la preziosa occasione di scoprire come, talvolta, l'interazione tra uomo e natura può dare vita ad autentici capolavori. Le Necropoli di Pantalica ne sono un esempio. Ancora poco battute dal turismo di massa, queste magnifiche tombe rupestri non sono, però, passate inosservate agli occhi del Comitato dell'UNESCO che, dal 2005, le ha inserite nell'elenco dei siti Patrimonio dell'Umanità assieme all'Antica Siracusa.
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Con l'estate che sta finendo, questo potrebbe essere il momento ideale per programmare un soggiorno alla scoperta della Sicilia meno turistica e più autentica. Il sole a breve non picchierà più sulla bella isola italiana e la passeggiata risulterà incredibilmente piacevole e coinvolgente. E non potrebbe essere altrimenti perchè questo sito è immerso in una delle aree di maggiore interesse naturalistico della regione, attraversata da sentieri in grado di mandare in visibilio gli amanti del trekking. L'altopiano dove sono state rinvenute le necropoli, infatti, sovrasta la Valle dell'Anapo e le cave naturali formate dal fiume di cui porta il nome e dai torrenti Bottigliera e Calcinara. La continua erosione dell'acqua ha scavato profondamente le malleabili rocce calcaree originando grandi canyon e creando, dunque, una vera e propria roccaforte naturale. Proprio a causa della conformazione del territorio, raggiungere Pantalica potrebbe rivelarsi un tantino impegnativo, ma qualunque via di accesso si scelga, non si può rimanere delusi da quanto si ha l'occasione di osservare lungo il cammino.
Esistono, infatti, due modi per raggiungere i siti archeologici. Si può passare per il piccolo comune montano di Ferla, da cui l'accesso è più rapido ed agevole e permette in poco tempo di raggiungere le rovine più significative, oppure si può scegliere di partire da Sortino da cui si dipana un sentiero incredibilmente suggestivo che incanterà i più esperti ma potrebbe scoraggiare chi non è abituato alle lunghe camminate. Per poter visitare le testimonianze più significative del sito, infatti, occorre raggiungere il fondovalle e risalire dal lato opposto. Se il tempo non manca e le gambe sono buone vale comunque la pena tentare l'impresa.
Lo spettacolo cui ci si trova al cospetto una volta raggiunti i resti archeologici è di quelli damozzare il fiato. Da ogni lato dell'altipiano, infatti, si aprono tante fessure che come migliaia di occhi osservano i visitatori. Si tratta delle tombe scavate nella roccia, tante grotticelle artificiali che, con una o più stanze, si addentrano nelle pendici dell'altura. Sono più di 5.000 e si estendono lungo un perimetro di circa 5 chilometri, quello che delimitava l'antico abitato protostorico, per una superficie complessiva di circa 80 ettari. Sono raggrupate in cinque necropoli, tra cui quella di Crocetta e quella di Filiporto, risalenti ad un periodo compreso tra il XIII e l'VIII secolo a.C. di cui la Necropoli Nord è la più antica e spettacolare. All'interno dei loculi sono stati rinvenuti ricchi corredi di oggetti in bronzo ed osso che sono stati raccolti presso il Museo Archeologico "Paolo Orsi" di Siracusa. Al centro dell'altopiano sorgono, invece, le fondamenta dell'edificio monumentale chiamato Anaktoron, o Palazzo del Principe. Si tratta, probabilmente, di ciò che resta del mitico regno di Hyblone. Quel che è certo è che si dovesse trattare di una struttura davvero grandiosa visto che il basamento, giunto sino ai giorni nostri, era stato realizzato con pietre megalitiche simili a quelle utilizzate anche dai Micenei.
Passeggiando attraverso le bellezza di questa natura incontaminata, oltre a godere di suggestivi scorci panoramici sulla Valle dell'Anapo, si possono apprezzare altre preziose testimonianze di epoca più recente. Sono, infatti, medievali i caratteristici villaggi rupestri disseminati sul territorio dell'altopiano. Merita una visita quello di San Micidiario, nei pressi dell'ingresso di Filiporto, a Ferla, del quale si sono conservate numerose abitazioni e la chiesetta a strapiombo sulle cui pareti sono state rinvenute tracce di antichi affreschi ed iscrizioni. Altrettanto interessante è il villaggio di San Nicolicchio, più piccolo ma anch'esso dotato di un oratorio sul quale sono visibili tracce di pittura. Da non perdere, infine, scendendo verso il fiume, l'antico Oratorio del Crocifisso e la Grotta dei Pipistrelli.
Le cose da vedere sono talmente tante che non si sentirà la fatica della camminata, ma per chi avesse poco tempo o non fosse nelle condizioni di affrontare il lungo percorso, è possibile raggiungere alcuni siti, come la Necropoli di Filiporto o l'Anaktoron, anche con l'automobile. Il consiglio è, comunque, di dedicare del tempo a questo luogo dal fascino unico e di intraprendere l'esplorazione autonomamente soffermandosi laddove la curiosità e l'istinto dovessero suggerire. Presso il centro visitatori è possibile ottenere le cartine del luogo e tutte le indicazioni necessarie per intraprendere il proprio itinerario. Chi desiderasse l'assistenza di una guida, può comunque rivolgersi a diversi operatori turistici che organizzano gite ed escursioni attraverso tutti i luoghi più rappresentativi del sito.