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Riserva Naturale Statale dell'Isola di Montecristo

Montecristo, paradiso disabitato dall’uomo

montecristo arcipelago toscano toscana<br>
Courtesy of ©Allumeur/Wikimedia Commons
Montecristo vista dal mare
Chi non ha mai sentito parlare di Edmond Dantes, meglio conosciuto come il Conte di Montecristo, celeberrimo protagonista dell'omonimo romanzo di Alexandre Dumas. Un uomo che, segnato da anni di ingiusta reclusione, trova nell'isola, e nel tesoro che cela, il luogo della sua rinascita che gli permetterà di pianificare la sua vendetta contro chi lo aveva rovinato, per ottenere da solo quella giustizia (o forse quell'illusione di giustizia) che quando era giovane gli aveva voltato le spalle. Mai un luogo impervio e remoto è diventato famoso in tutto il mondo come l'isola di Montecristo che, anche grazie al romanzo e alle sue innumerevoli trasposizioni cinematografiche, televisive e teatrali, si è trasformata nell'immaginario collettivo, in una terra dalle atmosfere surreali, seducenti, quasi magiche. E tutto sommato la realtà dei fatti non tradisce le aspettative suscitate dalle descrizioni del romanziere francese. Oggi non ci si può soffermare liberamente sull'isola come avveniva tra le pagine di Dumas, ma, nonostante l'accesso limitato, vale comunque la pena osservarla dal vivo, che sia soltanto circumnavigandola o che si riesca, facendo richiesta al Corpo Forestale dello Stato, a rientrare, seppur con lunghe liste di attesa, tra i fortunati 1.000 visitatori cui ogni anno è concesso di partecipare alle escursioni tra le sue bellezze.

La Riserva Naturale Statale dell'Isola di Montecristo ha, infatti, ottenuto dal Consiglio d'Europa il Diploma Europeo per la conservazione dell'ambiente e questo ha causato la rigorosa regolamentazione degli accessi. Il Corpo Forestale dello Stato ha, dunque, il compito di occuparsi dell'organizzazione delle visite guidate giornaliere effettuate tra aprile e novembre che non possono durare più di sei ore. L'approdo è consentito a gruppi di 40-50 persone per volta dando la precedenza a scolaresche, scienziati e comunque a tutte quelle visite a sfondo didattico, culturale e nell'ambito dell'associazionismo impegnato nell'educazione ambientale. Chi ha l'opportunità di esplorare l'isola dovrà comunque tenere conto che non ci si può immergere se non a 300 metri dalla costa e che il percorso è molto impegnativo, sia per i tempi ristretti di permanenza, che impongono di mantenere un ritmo di visita abbastanza serrato, sia per i notevoli dislivelli e per l'assenza di vegetazione ad alto fusto che possa offrire riparo dal cocente sole a picco sulle rocce.

Ciò che si ha l'occasione di scoprire, però, ripaga totalmente la pazienza dell'attesa e la fatica dell'impresa. Montecristo, infatti, ammantata dalla luce e dal silenzio, emerge imponente e solitaria dalla superficie del Tirreno, con i suoi 16 chilometri di costa a picco sul mare ed una superficie di 1.039 ettari. E' la più lontana delle isole dell'Arcipelago Toscano e dista circa 22 miglia nautiche dall'Isola d'Elba e circa 27 dall'Isola del Giglio. Si presenta come una massiccia formazione granitica, percorsa da una catena montuosa formata da tre vette principali: il Monte della Fortezza, il più alto, che raggiunge i 645 metri s.l.m., la Cima del Colle Fondo, con i suoi 621 metri di altitudine, e la Cima dei Lecci, alta 563 metri. L'unico approdo è quello di Cala Maestra da dove si imboccano i sentieri escursionistici che conducono alla scoperta delle poche tracce lasciate dall'uomo nel corso dei secoli: la villa Watson-Taylor, subito visibile da Cala Maestra, poi restaurata dal Marchese Carlo Ginori che fece dell'isola una riserva di caccia particolarmente amata da Vittorio Emanuele III e, soprattutto, le vestigia della Grotta di San Mamiliano, dove si narra che il santo si sia ritirato a vita eremitica a partire dal 455, e del Monastero Benedettino a lui dedicato.

Lungo il percorso, inoltre, si ha l'opportunità di scoprire l'affascinante natura dell'isola, caratterizzata da una flora estremamente variegata costituita da almeno 300 entità botaniche spontanee e da circa 20 specie reintrodotte nel tempo e concentrate prevalentemente nei dintorni della Villa Reale, tra cui spiccano palme, agavi, oleandri, eucalipti, allori, magnolie, olivi, carrubi, viti, pini domestici, pini d'Aleppo e l'invasivo ailanto. Il resto del territorio si presenta irregolarmente coperto da macchia mediterranea con una prevalenza di arbusti di erica, rosmarino, cisto, elicriso e maro dal profumo inconfondibile, oltre a circa 200 lecci relitti che si concentrano prevalentemente nelle zone in cui sono riusciti a sfuggire al morso delle capre e al taglio.

Le capre sono, infatti, probabilmente, gli abitanti più numerosi dell'isola assieme ad altri affascinanti esemplari della fauna locale, costituita da numerose specie, di cui alcune autoctone, come la vipera di Montecristo. Numerose, inoltre, le specie di uccelli migratori e rapaci che solcano i magnifici cieli dell'isola. Le acque non sono meno popolose. I fondali ricoperti di praterie di posidonia, anemoni marini, gorgonie e coralli, assieme alle particolari caratteristiche dell'ambiente della terraferma hanno dato vita ad un habitat naturale estremamente complesso che ha favorito la sopravvivenza anche di un mammifero estremamente raro come la foca monaca.
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