Da una parte alte pareti di roccia verticali, dall’altra un dolce pendio candido, ricoperto da uno spesso strato di ghiaccio, che ancora cela misteri e segreti sulla storia della Regina delle Dolomiti: la Marmolada. Regina di questa catena montuosa, patrimonio dell’Unesco dal 2009, con i suoi 3.343 metri, è la montagna più alta delle Dolomiti ed è anche una delle più caratteristiche, riconoscibile ad occhio nudo anche da lontano.
Leggi anche: Cortina, lungo i sentieri della Grande Guerra
Leggi anche: Cortina, lungo i sentieri della Grande Guerra
Una montagna da scoprire e vivere in tutti suoi aspetti: quello storico legato alla Grande Guerra, e quello naturalistico e paesaggistico che dal ghiacciaio alle sue pendici nasconde segreti e misteri. La sua vetta, raggiungibile facilmente con la funivia Marmolada - Move To The Top, che collega Malga Ciapèla (1.450 m) a Punta Rocca (3.265 m), può accogliere tutti, dagli amanti dell’alpinismo ai meno esperti frequentatori della montagna.
Un viaggio tra panorami, storia e natura
Un viaggio tra panorami, storia e natura
Recarsi sulla Marmolada significa intraprendere un viaggio tra panorama, storia e natura spaziando dalla sua origine geologica risalente a milioni di anni fa, alle testimonianze della Grande Guerra che offrono anche un importante insegnamento di umanità e resilienza. Un’esperienza da vivere attraverso alcune escursioni e visite, anche in compagnia di una guida alpina, su prenotazione. Prendendo come punto di partenza la stazione di Punta Serauta (2.950 m), un primo itinerario adatto anche ai meno esperti porta alla scoperta del Fortilizio Italiano tra grotte e camminamenti scavati nella roccia.
Le memorie della Grande Guerra
Le memorie della Grande Guerra
Qui i soldati italiani vissero da maggio 1916 a novembre 1917 in una guerra di posizione contro lo sbarramento austriaco di Forcella Vu. Da intraprendere con la giusta attenzione e muniti di abbigliamento, calzature d’alta montagna e attrezzatura adeguata, si percorre in un tempo che varia da 1 a 2 ore a seconda delle proprie capacità. Un secondo percorso, che richiede però una maggiore preparazione e l’attrezzattura adatta alle difficoltà (guanti, casco, cordino e moschettone, lampada, ramponi da ghiaccio) è l’itinerario che passando per Quota 3065 e Galleria Rosso conduce a Forcella Vu, dove ammirare i resti della storica Ferrata del Btg. Valcordevole, 206^ Compagnia, memoria dell’epoca della Grande Guerra. L’intera escursione, composta da tratti di sentiero attrezzato e ferrata esposta, è percorribile in un tempo compreso tra 2 e 4 ore a seconda della preparazione.
I percorsi e le funivie
I percorsi e le funivie
Scendendo di quota, invece, è il semplice percorso che collega Malga Ciapèla al Rifugio Onorio Falier a offrire una suggestiva visuale sulla parete sud della Marmolada, lungo la verdeggiante Val Ombretta. Percorribile in un tempo che può variare dalle 3 alle 4 ore è adatto anche ai più piccoli esploratori. Ma non solo, anche un più semplice viaggio in funivia a Punta Rocca, raggiungibile in soli 12 minuti grazie a Marmolada - Move To The Top, permette di vivere uno dei luoghi più iconici della montagna: la grande terrazza panoramica da cui la vista si estende a perdita d’occhio sulle Dolomiti e altre vette italiane e straniere.
Un'app come guida
Un'app come guida
Un territorio da esplorare anche a portata di smartphone grazie all’App Geochip: una guida digitale che consente di accedere a numerose informazioni sulla conformazione morfologica della Marmolada e la sua storia durante la Grande Guerra, semplicemente avvicinandosi ai punti di interesse localizzati all’interno del museo Marmolada Grande Guerra 3000 M e presso le varie stazioni della funivia (segnalati dall’apposito adesivo).
Flora e fauna del territorio
Flora e fauna del territorio
E se a 3.000 m di quota la bianca roccia calcarea incontra il ghiacciaio, a quote inferiori la flora e la fauna divengono via via più ricche. Facendo attenzione si possono osservare le stelle alpine e se si è fortunati scorgere ungulati come camosci e stambecchi, riconoscibili dalle loro dimensioni simili a una capra e dalle particolari corna ricurve, ma anche marmotte che animano le aree alpine d’estate con i loro fischio tipico e più raramente l’ermellino, un piccolo mammifero che ama nascondersi tra l’erba e le pietre, d’estate caratterizzato da una manto marrone-rossastro che diviene bianco d’inverno.