Ricchissimo scrigno di tesori appenninici, la Riserva Statale Montagna di Torricchio è una delle aree protette più interessanti delle Marche. Incorniciata dai monti Ferma, Cotrognola e Torricchio, dal quale prende il nome, si presenta agli occhi dei visitatori come una suggestiva distesa di rigogliose formazioni boschive e praterie fiorite, popolate da creature affascinanti. Istituita nel 1970, comprende un territorio di circa 300 ettari che si estende al cospetto dei Monti Sibillini regalando magnifici scenari intatti e dalla natura prorompente. Ciò che rende speciale questa riserva naturale marchigiana è la coesistenza, sulla sua superficie, di tutti gli aspetti naturalistici tipici della media montagna dell'Appennino centrale con una vegetazione riferibile tanto al piano collinare, quanto a quello montano. Trattandosi di una Riserva Naturale Integrale, e dunque priva ed interdetta a qualsivoglia forma di antropizzazione, è stata inclusa, sin dal 1981, nella Rete Europea di Riserve Biogenetiche.
Traducendo in numeri una tale ricchezza naturalistica, occorre segnalare che sono ben 652 le specie vegetali catalogate nell'area della riserva, tra le quali si annoverano anche alcuni interessanti endemismi come la Viola eugeniae ssp.eugeniae, la Gentianella columnae, la Campanula tanfanii, la Campanula apennina e il Trisetum villosum. Una flora così interessante e variegata è la diretta conseguenza delle presenza sul territorio di differenti ambienti naturali tra i quali si distinguono rigogliosi boschi di leccio, roverella, orniello e faggio, nuclei di fustaia e vaste praterie dalle scenografiche fioriture di peonia selvatica.
Non meno affascinante la fauna che popola la riserva, caratterizzata dalla presenza di numerose specie ornitologiche nidificanti di cui alcune particolarmente interessanti. Prima su tutte la starna, ma anche il falco pecchiaiolo, lo sparviero e la poiana. Tra le piante ed i boschi, invece, si aggirano guardinghi tassi, gatti selvatici, scoiattoli e persino lupi, ai quali si aggiungono istrici, lepri, caprioli, volpi, ghiri, cinghiali, martore, faine e donnole. Avvistarli non è semplice, ma esplorando la riserva sarà impossibile non individuarne le tracce, gli odori e i suoni che pervadono l'atmosfera, perchè in questi boschi, dove l'uomo può intervenire soltanto per studiare, proteggere e valorizzare un territorio così prezioso ed incontaminato, gli unici rumori e gli unici profumi sono quelli della natura.
Leggi anche:
Secoli di olive nelle Marche
Idee weekend: 5 tesori imperdibili delle Marche
CONSIGLI PER IL WEEKEND
I PIU’ BEI MONUMENTI ITALIANI DA VISITARE