Inizia circa tre secoli fa la travagliata storia del Giardino Bardini di Firenze. Le origini di questo splendido spazio verde dalla spettacolare vista sul capoluogo toscano risalgono, infatti, al XVIII secolo quando accanto a Palazzo Mozzi e sulla collina retrostante si sviluppava un sistema di orti murati che Giulio Mozzi, appassionato di giardini, arricchì con l'installazione di un lungo muro fontana con fondali realizzati in mosaico polimaterico. A metà del secolo successivo, il giardino barocco si arricchì ulteriormente, inglobando nella proprietà anche il confinante giardino anglo-cinese realizzato nei primi anni del secolo da Luigi Le Blanc. Con il cambio di proprietari le opere di abbellimento non si fermarono ed anzi sotto la supervisione dei principi Carolath Benten il giardino venne arricchito con nuovi dettagli di influenza vittoriana.
Agli inizi del secolo scorso, un nuovo proprietario rilevò l'intero complesso comprendente Palazzo Mozzi, il giardino barocco, il giardino anglo-cinese e Villa Manadora. Si tratta di Stefano Bardini, dal qule il giardino e la villa hanno preso il nome attuale. Il suo intervento sulla proprietà fu di estremo impatto. Venne realizzato un viale per raggiungere in auto la villa risalendo dall'Arno e vennero distrutti i giardini murati di origine medievale. Dopo la morte del figlio Ugo, che aveva acquisito la proprietà a seguito della morte del padre, una complessa vicenda giudiziaria legata all'eredità decretò l'inizio di un lungo periodo di incuria e di abbandono. Quando le volontà del defunto trovarono adempimento nel 1996, la tenuta, come da suo desiderio, divenne di proprietà della città di Firenze e grazie ad una massiccia opera di restauro realizzata dall'Ente Cassa di Risparmio di Firenze attraverso la Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, dal 2006 la villa ed il suo magnifico giardino sono stati riportati al loro splendore e riaperti al pubblico.
Oggi questo splendido polmone verde affaciato su Firenze si presenta come un ampio parco di circa 4 ettari che si estende tra la riva sinistra dell'Arno, la collina Montcuccoli e le mura medievali, caratterizzato da una grandissima ricchezza compositiva e vegetale e da una posizione panoramica davvero sorprendente. Esplorando l'area dedicata al parco agricolo si possono ammirare numerosi alberi da frutto della tradizione toscana e ci si può soffermare sul rondò-belvedere per apprezzare la splendida vista. Una volta imboccato il suggestivo tunnel di glicini, lo sguardo è rapito dalle 60 varietà diverse di ortensie. E quando si percorre la monumentale scala barocca raggiungendo il Belvedere e le magnifiche fontane con i mosaici polimaterici ci si scopre già completamente conquistati da questo piccolo paradiso verdeggiante. La scalinata è, infatti, un trionfo di rose bourboniane e iris rifiorenti mentre, nella parte più bassa, campeggia il teatro verde ricavato in un conca e il giardino con bordi di erbacce e graminacee.
Esplorando il pittoresco giardino anglo-cinese, si scopre, invece, un rigoglioso bosco all'inglese che cela l'incantevole prato delle azalee adornato con felci, camelie, viburni ed una collezione di agrumi. E per chi non è mai stanco di camminare in mezzo alla natura, la visita prosegue anche al di là dell'edificio della villa, uscendo nella Costa San Giorgio dalla quale con una passeggiata di pochi minuti, si può raggiungere anche il Giardino di Boboli e ridiscendere fino alla città dopo una rigenerante passeggiata nel verde di circa 7 chilometi complessivi.
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