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Festa dei Frutti dimenticati 2010

Autunno: alla ricerca dei "frutti dimenticati"

Niente di meglio per un weekend autunnale che andare alla scoperta del "Paese delle erbe e dei frutti dimenticati", nel cuore dell'Appennino tosco-romagnolo.

Corbezzoli
Autunno, tempo di sagre. L’occasione giusta per un weekend fuori porta deliziando il palato con prelibatezze spesso inconsuete, tanto più se si tratta di alimenti finiti nel dimenticatoio poiché la loro produzione è stata da tempo abbandonata.

I 10 frutti dimenticati dell'autunno: GUARDA LE FOTO

Gironzolando per l’Appennino tosco-romagnolo e addentrandosi nel Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, si giunge a un grazioso borgo che si fregia del titolo di “Paese delle Erbe e dei Frutti dimenticati”. È Casola Valsenio, in provincia di Ravenna, località che ogni anno dedica una manifestazione alla riscoperta di quegli antichi sapori e di quei frutti caratteristici della stagione autunnale che sono scomparsi (o quasi) dalle nostre tavole. La “Festa dei Frutti dimenticati”, giunta quest’anno alla XX edizione, celebra perciò tutte quelle piante che, spontanee o coltivate negli orti e nei frutteti di casa fin dal tardo Medioevo, arricchivano le dispense dei nostri avi in vista dell’inverno.

Sorbe, corbezzoli, azzeruole, giuggiole, avellane, corniole, nespole, pere spadone, uva spina, ma anche noci, nocciole, melograne, marroni e molti altri frutti saranno i protagonisti - il 16 e il 17 ottobre 2010 - di questa originale kermesse, grazie al lavoro di tanti piccoli produttori locali, impegnati nel recupero di antiche coltivazioni ma anche di metodi di conservazione, lavorazione e consumo alimentare. Spazio dunque al piacere della riscoperta, lasciandosi guidare dai colori, dai profumi e dai sapori di questi doni della natura, gustosi e assolutamente bio, che saranno al centro di tante ricette da sperimentare passeggiando per le vie del centro storico, pizzicando qua e là tra i vari chioschetti, oppure - più comodamente - nei ristoranti e agriturismi della zona che proporranno per l’occasione dei menù ad hoc. Qui, l’estro e la fantasia si fondono con la tradizione per dare vita a pietanze che spaziano, ad esempio, dal risotto alle pere volpine al sorbetto alle corniole, dal migliaccio all’arrosto di arista con castagne e lamponi, dalla salsa di rovo e gelso alla torta di mele selvatiche fino al rotolo di vitello al melograno. Da sperimentare il ristorante dell’Hotel All’Antica Corona, in centro paese, che offre tutto l’anno la “cucina delle erbe”.

Da non perdere poi, occhieggiando tra una bancarella e l’altra, i concorsi di marmellate e di antichi liquori, nonché le degustazioni e le dimostrazioni volte ad apprendere usi e segreti dei frutti dimenticati, che in cucina trovano validi alleati nelle erbe officinali, aromatiche e nei fiori eduli coltivati nel locale “Giardino delle Erbe, mostra permanente di piante aromatiche, medicinali, da essenza, da cosmesi e mellifere. E perché non acquistare un antico albero da frutto se si dispone di un bel giardino o di un ampio terrazzo?

Infine, per soggiornare durante il weekend, non resta che scegliere tra i “Casolari delle Erbe”, agriturismi che consentono di poter assaggiare una cucina tradizionale a base di piatti tipici locali alle erbe e la possibilità di acquistare i prodotti DOP e IGP.

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