Se il sale di Cervia viene chiamato “Oro Bianco” è per il suo elevato pregio e per il ruolo di estrema rilevanza che ha ricoperto per l'economia locale sin da epoca remota. I bacini di raccolta del sale hanno segnato per secoli i paesaggi dei dintorni della cittadina romagnola contribuendo allo sviluppo di un ambiente naturale incredibilmente ricco e variegato che, non a caso, è valso al territorio delle saline il riconoscimento di Riserva Naturale e di Zona Umida di Importanza Internazionale. Le saline, dunque, oggi rappresentano un vero e proprio patrimonio economico, gastronomico, naturalistico e storico. Le prime testimonianze che dimostrano la presenza della salina risalgono niente meno che al X secolo d.C. ma in base ad alcuni recenti rinvenimenti non se ne può escludere l'esistenza sin da epoca romana. Persino il nome della cittadina, secondo il parere di alcuni studiosi, potrebbe essere legato al sale. Si pensa, infatti, che il toponimo possa derivare dal termine latino “acervus”, che significa cumulo, con riferimento ai grandi mucchi di sale che si ergevano dalle saline come grandi monumenti. D'altronde il sale si è rivelato, da sempre, un elemento estremamente prezioso. Oltre ad essere fondamentale per la salute dell'organismo, a lungo ha rappresentato l'unico valido espediente per poter conservare i cibi, soprattutto la carne ed il pesce, e veniva, inoltre, utilizzato per la concia di cuoio e pellami e per la lavorazione di vetro e ceramica.
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Saline di Cervia
Un ambiente unicoOggi l'area protetta, che con i suoi 827 ettari a 1600 metri di distanza dal mare - a fronte di una profondità di pochi centimetri - non ha eguali come estensione nell'alto Adriatico, non tutela, dunque, soltanto un ambiente naturale dalle peculiarità uniche ma custodisce anche lo stabilimento di produzione del sale a raccolta industriale, la Salina di Cervia, e l'antica Salina Camillone dove ancora oggi si raccoglie il sale con metodi artigianali applicando i procedimenti di lavorazione di un tempo tramandati di generazione in generazione, tanto da aver meritato l'appellativo di “metodo cervese”. La vecchia salina è formata da dieci vasche per l'estrazione del sale, delle quali soltanto una viene ancora oggi utilizzata, specialmente a scopo dimostrativo per mostrare l'antico lavoro dei salinai. Si tratta dell'ultima delle 144 salinette attive a Cervia sino al 1959, quando venne introdotto il metodo di raccolta industriale che ne provocò l'accorpamento in grandi vasche di evaporazione e raccolta. Nell'antica Salina Camillone, dunque, il sale nasce esattamente come avveniva un tempo. Ogni giorno, man mano che affiora, viene prelevato con attrezzi di legno, a differenza di come avviene per la produzione industriale che prevede un'unica raccolta alla fine della stagione, generalmente nel mese di settembre. Applicando l'antico “metodo cervese” ogni anno il fondo della salina può produrre dai 500 ai 2000 quintali di sale. La raccolta giornaliera, unitamente alle caratteristiche climatiche della zona, impedisce il deposito di sali amari e, proprio per questo, il sale di Cervia viene definito “sale dolce”.
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Raccolta del sale
Flora e fauna da capogiroVisitando le saline, dunque, si potrà ricostruire un pezzo importante della storia cervese riscoprendo l'antico mestiere dei salinai, grazie anche alle testimonianze custodite presso il Museo del Sale (leggi qui per saperne di più) del quale la Salina Camillone è parte integrante, e il metodo di produzione, divenuto famoso, che permette di ottenere un sale di elevata qualità. Ma a rendere speciale questo sale antico e pregiato sono anche le caratteristiche ambientali della zona delle saline nelle quali si sono sviluppate una flora ed un fauna ricchissime ed affascinanti. Basti pensare che a donare la particolare colorazione lievemente rosata al sale di Cervia è proprio una pianta, l'alga dunaliella, ricca di betacarotene e licopene, presente nei bacini delle saline. Chi sceglierà di esplorarle scoprirà questa ed altre numerose specie vegetali di grandi fascino apprezzate sia per la loro spiccata bellezza che per le loro proprietà culinarie e medicinali utilizzate ancor'oggi in erboristeria, ma anche perché sono piante "nutrici" di stupende farfalle. Tra le specie più interessanti si annoverano la salicornia, la vetriola di mare, la porcellana di mare, il limonio, l'astro di mare, il colchico autunnale, il fiordaliso, il cardo asinino, l'iperico, il caglio, la mentuccia , il latte di gallina, le artemisie, i prugnoli e le tamerici.
Fenicotteri nella Salina di Cervia (©Lorenzo Gaudenzi/CC BY SA 3.0)
Non meraviglia, dunque, che in un habitat così ricco e particolare abbiano trovato dimora anche tantissime specie animali, soprattutto di uccelli. Non a caso le saline di Cervia sono considerate una vera e propria meta da sogno per gli appassionati bird-whatching che, durante le loro osservazioni potranno ammirare l'avocetta, il cavaliere d'Italia, la pettegola, la pittima reale, la rondine di mare, il fratino, il fraticello, il corriere piccolo, il martin pescatore, il gabbiano comune ed il gabbiano reale, che nidificano qui, ed altre specie di uccelli quali l'airone cinerino, la garzetta, il fenicottero, il piro piro, il cormorano, la spatola bianca, il combattente, il piovanello. Sono, inoltre, presenti più di 35 specie di trampolieri, ed oltre 10 specie di anatre sia di tuffo che di superficie quali il germano reale, l'alzavola, il fischione, il codone, il mestolone, la volpoca, la marzaiola. Nella stagione opportuna, è anche possibile osservare folti gruppi di oche selvatiche, lungo gli argini o in volo da una parte all'altra della salina.Le Saline di Cervia sono, inoltre, considerate la porta di accesso meridionale al Parco Regionale del Delta del Po. Recandosi presso il Centro Visite si avrà l'opportunità, dunque, di organizzare interessanti visite ed escursioni, tanto a piedi quanto in bicicletta ed in barca o in notturna, che consentiranno di ammirare la flora e la fauna dell'area protetta, scoprire ed osservare le diverse fasi di cristallizzazione del sale, contemplare il fascino unico degli eleganti fenicotteri e lasciarsi conquistare dalla bellezza della volta celeste al calar della sera che si specchia nelle acque.
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