S'intitola “Marino Marini. Passioni visive” la retrospettiva che la Fondazione Marino Marini propone a partire da oggi a Palazzo Fabroni. La mostra curata da Barbara Cinelli e Flavio Fergonzi, ripercorre tutte le fasi della creazione artistica del Maestro, dagli anni Venti agli anni Sessanta. Oggetto di indagine è l’officina di invenzioni plastiche di Marino Marini che vengono poste in relazione diretta, immediatamente percepibile, con i grandi modelli della scultura del ‘900 cui egli ebbe accesso e con alcuni esempi di scultura dei secoli passati, dall’antichità egizia a quella greco-arcaica ed etrusca, dalla scultura medievale a quella del Rinascimento e dell’Ottocento. L'esposizione si presenta inoltre come uno dei momenti di punta delle Celebrazioni di Pistoia Capitale italiana della Cultura 2017.
PERCHE' ANDARE
Il percorso espositivo che si articola in dieci sezioni mette in scena un centinaio di opere di cui 60 di Marini e altre 40 scelte tra i capisaldi, ammirati e studiati dall'artista. Così in mostra i busti degli esordi sono affiancati a canopi etruschi e a busti rinascimentali, mentre il “Popolo”, la terracotta del 1929 che fu un passaggio determinante della sua svolta arcaista, si misura con una testa greco-arcaica da Selinunte e con un coperchio figurato di una sepoltura etrusca. La mostra si sofferma quindi sui celebri e perturbanti primi grandi “Cavalieri” dei secondi anni Trenta, prima che le “Pomone” e i nudi femminili, che lo scultore realizza partendo da una originale e misurata rielaborazione del classicismo post-rodiniano, si confrontino con i nudi di Ernesto De Fiori e di Aristide Maillol. Presenti in mostra anche i piccoli e grandi “Guerrieri” e le “Figure coricate” degli anni Cinquanta e Sessanta messe a confronto con l’antica tradizione toscana di Giovanni Pisano e, insieme, con le soluzioni più sperimentali di Pablo Picasso e di Henry Moore.
DA NON PERDERE
Fra le opere esposte meritano particolare attenzione quelle nate della ricerca postbellica che riporta Marino Marini a indagare, in forme più astratte, il tema del cavallo e cavaliere. In una sala sono infatti raccolti gli esiti maggiori di questo ciclo, opere contese dal maggiore collezionismo internazionale, e determinanti nello stabilire la posizione di primo piano dello scultore nel canone della scultura contemporanea di figura. Ricordiamo che dopo Pistoia la mostra si trasferirà alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia dal 27 gennaio al 1 maggio 2018.
MARINO MARINI. Passioni visive
Dal 16 settembre al 7 gennaio 2018
Luogo: Palazzo Fabroni, Pistoia
Info: www.fondazionemarinomarini.it