S'intitola Paolo Pellegrin. Un’antologia, l'esposizione che il MAXXI dedica al pluripremiato fotografo. Curata da Germano Celant l'antologica ripercorre attraverso oltre 150 immagini, tra cui numerosi inediti e alcuni contributi video, vent’anni del lavoro del fotografo. La mostra rappresenta, quindi un’occasione preziosa per conoscere il percorso creativo di Pellegrin, un uomo che ha viaggiato in tutto il mondo con la sua macchina fotografica raccontando uomini, guerre, emergenze umanitarie ma anche storie di grande poesia e una natura portentosa e pulsante. Membro di Magnum Photos dal 2005 ha vinto 10 World Press Photo Award e numerosi altri prestigiosi riconoscimenti in tutto il mondo, come l’Eugene Smith Grant in Humanistic Photography.
PERCHE' ANDARE
Il percorso espositivo si articola tra due estremi: il buio e la luce . Nela prima parte della mostra domina infatti il colore nero e l'oscurità con una grande parete dedicata alla battaglia di Mosul del 2016, scelta da Pellegrin come metafora del conflitto. Qui troviamo anche una serie di immagini, scattate negli Stati Uniti, che parlano di violenza, razza, povertà, crimine. E ancora uomini, donne, bambini, soldati, profughi, rifugiati, migranti, da Gaza a Beirut, da El Paso a Tokyo, da Roma a Lesbo. Esseri che pregano, che piangono, che scappano, che combattono: ogni immagine coglie e sublima con sensibilità i conflitti, i contrasti, i drammi di questo nostro tempo così tormentato e complesso. A questo racconto dell’essere umano, calato nel buio, fa da contraltare l’immersione in un ambiente improvvisamente luminoso, di una luce evanescente dove il dato reale sembra sublimarsi nel candore del ghiaccio dell’Antartide, protagonista di un recente reportage realizzato per la NASA, nello sguardo di una giovane donna rom, nella potenza degli elementi della natura, nella spiritualità e nella profondità del rapporto atavico dell’uomo con essa.
DA NON PERDERE
Le due parti del percorso sono collegate da un passaggio che proietta il visitatore dietro le quinte della ricerca visiva di Pellegrin: disegni, taccuini, appunti, piccole fotografie, danno conto della complessità di un processo creativo che si fonda su ricerca, conoscenza e preparazione. Pellegrin considera la fotografia come una lingua fatta allo stesso tempo di regole e di istinto. Trova le sue radici in anni di studio intorno all’immagine, alla visione, allo sguardo: tutti aspetti che il fotografo ha allenato fin dall’inizio del suo lavoro attraverso l’interesse per la letteratura, la storia dell’arte, l’architettura, il cinema e, naturalmente, il lavoro di grandi fotografi.
Paolo Pellegrin. Un’antologia
Fino al 10 marzo 2019
Luogo: MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma
Info: 06 32.48.61
Sito: www.maxxi.art