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Spiegel, mostra, Zurigo

A Zurigo in mostra la storia dello specchio 

Al Rietberg Museum 220 opere ripercorrono la storia culturale dello specchio

Nadia Mounier
© Nadia Mounier
Nadia Mounier - The Barber Shop, 1988
S'intitola Specchio – Il riflesso dell’io la mostra che al Rietberg Museum di Zurigo ripercorre per la prima volta in modo esaustivo la plurimillenaria storia culturale dello specchio attraverso 220 opere d’arte provenienti da 95 musei e collezioni di tutto il mondo. Dall’antico Egitto ai Maya in Messico, al Giappone, a Venezia, nell’ambito del cinema e dell'arte contemporanea,  le civiltà di tutto il globo hanno realizzato specchi, attribuendovi significati e poteri diversi. In mostra fino al prossimo 22 settembre vengono quindi illustrati i molteplici sviluppi artigianali e tecnologici di questo mezzo riflettente nonché la sua portata culturale e sociale. Protagonisti dell'esposizione sono gli specchi come manufatti, ma si parla anche di coscienza di sé, di vanità, di saggezza, bellezza, mistica, magia e, non da ultimo, di quello che è lo specchio dei nostri tempi: il selfie.
 
PERCHE' ANDARE
 
Il percorso espositivo prende le mosse dal mito di Narciso che per secoli ha nutrito l’immaginazione degli artisti, per arrivare poi al Rinascimento quando lo studio del proprio viso allo specchio mirato alla sua trasposizione in un autoritratto si è affermato in tutta Europa. Sul tema «Autoritratto» la mostra raccoglie lavori di venti artiste e fotografe di quattro continenti dagli anni 1920 ai giorni nostri. Sucessivamente l'esposizione inizia il suo giro intorno al mondo sulle tracce della storia dello specchio con un esemplare egizio in bronzo risalente al XIX secolo avanti Cristo. In mostra singolari pezzi dal Museo Nacional de Antropología a Città del Messico che lasciano intuire l’arcano potere che i Maya e gli Aztechi attribuivano allo specchio. Il percorso attraverso la storia dello specchio culmina nelle opere di Fernand Léger, Roy Lichtenstein, Monir Farmanfarmaian, Anish Kapoor e Gerhard Richter, tutte accomunate dal titolo “Specchio”. Non manca l’arte surrealista di Salvador Dalí e Paul Delvaux che ricorsero allo specchio per simboleggiare profondità abissali, dimensioni sconosciute o arcane.
 
DA NON PERDERE
 
L’esposizione si conclude con un’opera di Michelangelo Pistoletto e con uno spezzone del film di Jean Cocteau Orphée, in cui l’attore francese Jean Marais nelle vesti di Orfeo accede agli inferi tramite uno specchio. Nello stagno della Villa Wesendonck, sede del Rietberg, è possibile ammirare  gli specchi lenticolari dell’artista tedesco Adolf Luther che fluttuano sull'acqua. Sul prato è invece posto un lavoro di Silvie Fleury dal titolo Eternity Now, uno specchietto retrovisore sovradimensionato nel quale si riflettono sia il parco che la villa.
 
SPECCHIO – Il riflesso dell’io
Dal 17 maggio al 22 settembre 2019 
Luogo: Zurigo, Museum Rietberg
Info: + 41 (0)44 415 31 31
Sito: www.rietberg.ch
 
 
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