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Arshile Gorky, retrospettiva, Venezia

A Venezia prima retrospettiva italiana per Gorky

A Ca’ Pesaro oltre 80 opere per esplorare l’opera di Gorky in tutta la sua portata

Arshile Gorky
Image courtesy Albright-Knox Art Gallery
Arshile Gorky - Liver Is the Cock’s Comb / Il fegato è la cresta del gallo, 1944 
Apre oggi a Ca’ Pesaro - Galleria Internazionale d’Arte Moderna, la prima ampia retrospettiva mai realizzata in Italia sull’artista americano Arshile Gorky. Curata da Gabriella Belli e da Edith Devaney, la mostra riunisce oltre 80 opere per consentire al pubblico di esplorare l’opera di una delle figure cardine dell’arte americana del XX secolo. Nato Vostanik Manoug Adoian, Arshile Gorky si rifugiò negli Stati Uniti insieme alla sorella a 15 anni, per sfuggire al genocidio armeno. Nel corso della sua carriera Gorky ha integrato i paesaggi di Paul Cézanne, la linea di Ingres, la composizione di Paolo Uccello, la logica di Picasso, persino le vivaci forme di Joan Miró. Di fatto Gorky, assorbendo e reagendo al lavoro dei maestri del passato e degli artisti moderni, è stato in grado di sviluppare una propria visione e immaginazione.
 
PERCHE' ANDARE
 
La mostra prende inizio dalla prima ritrattistica dell’artista, a questo periodo infatti risalgono i molti incontri con gli artisti avant garde emergenti di New York, tra questi Stuart Davis, John Graham e David Smith, un ambiente creativo di cui lo stesso Gorky fu figura di spicco. L'artista ha proseguito la sua carriera sintetizzando le problematiche e la struttura cubista con i contenuti e le tecniche surrealiste, in particolare isolando ed elaborando forme biomorfiche nei suoi paesaggi e nelle nature morte degli anni ’30. La serie di disegni conosciuti come “Nighttime, Enigma and Nostalgia” rappresenta un momento cruciale nello sviluppo dell’astrazione dell’artista, il suo vocabolario risulta perfezionato da motivi scaturiti dal suo interrogarsi sul Cubismo e il Surrealismo. Negli anni ’40 Gorky entra in contatto con i surrealisti, tra cui André Breton, Wifredo Lam, Max Ernst e Roberto Matta. Queste nuove frequentazioni avrebbero contribuito allo sviluppo dell’automatismo e del subconscio nei suoi dipinti. Opere come “Apple Orchard” (ca.1943 – 1946) danno conto non solo della sua abilità e di una nuova linea precisa e fluida, ma anche di un mutato approccio.
 
DA NON PERDERE
 
Fra gli ultimi capolavori sono presenti in mostra ” The Liver is the Cock’s Comb”(1944), “One Year the Milkweed” (1944) e “Dark Green Painting” (1948 circa). La mostra presenta anche un film diretto da Cosima Spender, nipote dell’artista, che riunisce alcune voci artistiche contemporanee per riflettere sulla vita, il lavoro e l’eredità di Gorky, insieme a filmati inediti dell’artista.
 
ARSHILE GORKY: 1904-1948
Dal 9 Maggio al 22 Settembre 2019
Luogo: Venezia, Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Info: capesaro.visitmuve.it
 
 
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