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Jean Dubuffet, mostra, Reggio Emilia

A Reggio Emilia Dubuffet maestro del gioco

A Palazzo Magnani 140 opere tra tele, sculture e libri d'artista

Jean Dubuffet
© 2018 Adagp, Paris/ Siae, Roma
Jean Dubuffet - Solario (portrait), marzo 1967
Apre oggi negli spazi espositivi di Palazzo Magnani una grande retrospettiva dedicata a Jean Dubuffet. La mostra illustra il genio universale e multiforme di uno dei maggiori pittori del Novecento, protagonista dell’Informale con una selezione di 140 opere fra dipinti, disegni, grafiche, sculture, libri d’artista e dischi. Intitolata “L’arte in gioco. Materia e spirito 1943-1985” la rassegna esplora numerosi cicli creativi dell'artista, le vaste ricerche, le sperimentazioni tecniche inedite e originali. Giunto alla soglia dei 40 anni Jean Dubuffet lascia, infatti, il commercio dei vini per dedicarsi non solo all'arte ma anche alla letteratura e alla musica.
 
PERCHE' ANDARE
 
Curato da Martina Mazzotta e da Frédéric Jaeger il percorso espositivo, suddiviso in tre sezioni principali, si sviluppa intorno alla dialettica tra le due nozioni di materia e spirito. La prima, dal 1945 al 1960, presenta tutta la ricchezza dei cicli intorno alla materia, da “Mirobolus” a  “Macadam et Cie a Matériologies”. La seconda verte invece sugli anni compresi tra il 1962 e il 1974, con i lavori della serie de “L’Hourloupe”, nati da un disegno eseguito macchinalmente al telefono, che si trasformerà 12 anni più tardi in scultura monumentale. La terza parte esplorerà il nuovo orizzonte di intenso cromatismo, sviluppatosi tra il 1976 e il 1984 con i Théâtres de mémoire e con i Non-lieux, dove il forte gesto pittorico svela “non più il mondo ma l'immaterialità del mondo”. In mostra si possono ammirare scenografie e costumi realizzati per lo spettacolo Coucou Bazar, opera d’arte totale che contempla pittura, scultura, teatro, danza e musica, alla quale Dubuffet lavora dal 1971 al 1973 e che verrà realizzata anche a Torino nel 1978, in collaborazione con la FIAT.
 
DA NON PERDERE
 
La rassegna include una sezione dedicata all’art brut, termine coniato nel 1945 dallo stesso Dubuffet che ne costituì la prima collezione al mondo designata con tale nome. Si tratta di una forma di espressione artistica spontanea, scoperta dall’artista negli ospedali psichiatrici, propria di quei talenti che, privi di una formazione accademica, sono posseduti da un istinto creatore puro e talvolta ossessivo. Ricordiamo che a Palazzo da Mosto di Reggio Emilia, si svolge in contemporanea la mostra La Vita Materiale. Otto stanze, otto storie, che offre interessanti connessioni con l’antologica di Dubuffet. La rassegna presenta le opere di otto artiste contemporanee, Chiara Camoni, Alice Cattaneo, Elena El Asmar, Serena Fineschi, Ludovica Gioscia, Loredana Longo, Claudia Losi e Sabrina Mezzaqui.
 
JEAN DUBUFFET. L’arte in gioco. Materia e spirito 1943-1985
Dal 17 novembre al 3 marzo 2019
Luogo: Palazzo Magnani, Reggio Emilia
Info: 0522 444 446
Sito: www.palazzomagnani.it
 
 
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