E' dedicata alle nuove generazioni la retrospettiva che Palazzo Reale presenta al pubblico con opere selezionatissime di Giorgio De Chirico. Il percorso espositivo della mostra intitolata semplicemente De Chirico procede infatti per temi e non in ordine cronologico. I dipinti sono presentati per accostamento, in modo tale da creare luoghi che rivelano un mondo di grande mistero. Curata da Luca Massimo Barbero, l'esposizione intende, inoltre smontare il granitico binomio «de Chirico - Grande Metafisico» con alcune sale dedicate alla produzione meno nota, quella della sontuosità pittorica degli anni venti e trenta che irrita spesso la critica ufficiale e fuori dai tradizionali mercati dell'arte.
PERCHE' ANDARE
La mostra prende avvio dalla “Grecia dell’infanzia”, in particolare dal “Centauro morente” del 1909, un dipinto nel quale è ancora ravvisabile l’apprendistato accademico e al contempo svela l’importanza della famiglia nella costruzione dell’iconografia dechirichiana. Il percorso prosegue con la “Metafisica” prima rivoluzione pittorica messa a punto da de Chirico che trasforma i dipinti in veri enigmi. Come nel caso della monumentale “Arianna” (1913), in prestito dal MET di New York in cui assomma tutti i caratteri della Metafisica, approcciati dall’artista fin dagli anni parigini e sviluppati a partire dal 1914 a Ferrara. La terza sala sarà dedicata ai giochi di prospettiva che fanno di de Chirico l’acclamato antesignano del Surrealismo. Si prosegue con un puro omaggio alla pittura dechirichiana, con temi pressoché iconici come l’autoritratto, la natura morta e il mito. La quinta sala è riservata, al “manichino” tema principe della poetica dechirichiana con “Il figliol prodigo” ed “Ettore e Andromaca”. L'esposizione continua con un “analisi del nudo” con le “Due figure mitologiche” (1927) che vivono una dimensione onirica sia per i toni artificiali sia per la ricercata sproporzione di quei corpi giunonici.
DA NON PERDERE
Non manca in mostra una raccolta di “Gladiatori” e un omaggio alla serie dei “Bagni misteriosi” del 1935. L'ultima sala della mostra è dedicata alla neometafisica, grande summa della parabola dechirichiana. L'artista riprende la pittura pastosa degli anni Trenta o il “Ben dipingere” come lo definiva l’artista stesso fin dal 1933, giungendo poi alla rimeditazione della metafisica che, nell’idea di ripresa e replica delle “Muse inquietanti”, folgorò Andy Warhol come una rivoluzione.
de Chirico
Fino al 19 gennaio 2020
Luogo: Milano, Palazzo Reale
Info: 0292897740
Sito: www.dechiricomilano.it