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PERCHE' ANDARE
A differenza di altri grandi musei italiani, la Pinacoteca di Brera non nasce dal collezionismo privato dei principi ma da quello politico e di stato. Infatti a partire dai primi anni dell’Ottocento, anche in seguito alla soppressione di molti ordini religiosi, vi confluirono i dipinti requisiti da chiese e conventi lombardi, cui si aggiunsero le opere di identica provenienza sottratte ai vari dipartimenti del Regno Italico. Questa nascita spiega la prevalenza, nelle raccolte, dei dipinti sacri, spesso di grande formato e conferisce al museo una fisionomia particolare, solo in parte attenuata dalle successive acquisizioni. La collezione di opere d’arte della Pinacoteca di Brera contiene alcuni tra i massimi capolavori della storia dell’arte mondiale fra cui il celebre “Cristo morto nel sepolcro e tre dolenti” di Andrea Mantegna. Ritrovata nello studio di Mantegna all’atto della sua morte la composizione è caratterizzata da un grande impatto emotivo, accentuato dall’impressionante scorcio prospettico. Il corpo di Cristo è, infatti, vicinissimo al punto di vista dello spettatore che, guardandolo, è trascinato al centro del dramma. Presente nella collezione anche la “Cena in Emmaus” di Caravaggio dipinto prima della fuga definitiva da Roma dopo aver ucciso Ranuccio Tomassoni. In ogni caso l'immagine simbolo della Pinacoteca di Brera è sicuramente “Il bacio” di Francesco Hayez forse il dipinto più riprodotto di tutto l’Ottocento italiano. L'opera era infatti nata dall’intento di simboleggiare l’amore di patria e il desiderio di vita della giovane nazione che usciva dalla seconda guerra di indipendenza.

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DA NON PERDERE
Ricordiamo che fra le opere del XX secolo è possibile ammirare “La città che sale” di Umberto Boccioni, considerata l'opera che per prima rappresenta appieno lo spirito futurista e la “Rissa in galleria” realizzata nei mesi immediatamente successivi alla firma del Manifesto Tecnico della Pittura Futurista (1910) in cui esaspera la tecnica divisionista per studiare i movimenti della folla e per creare inediti effetti di luce e di dinamismo. Non mancano le nature morte di Gino Severini e Giorgio Morandi e “La Casa dell'Amore” in cui Carlo Carrà si allontana dagli eccessi delle avanguardie per recuperare le origini classiche della cultura figurativa italiana. E poi ancora in mostra opere di Filippo de Pisis, Mario Sironi, Pablo Picasso, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Arturo Martini, Alberto Savinio, Afro Basaldella, Scipione, Marino Marini, Arturo Martini e Alberto Giacometti.
PINACOTECA DI BRERA
Milano, Via Brera, 28
Info: 02 92 800 361
Sito: pinacotecabrera.org