In Romagna la tradizione dei fuochi è ben radicata e prende un nome diverso in base alla località: a Montescudo, vicino Ravenna, si chiama “focheraccia”, mentre a Poggio Berni, nella stessa provincia, è chiamata “focarina” e prevede la degustazione di ciambelle e vin brulé. Lo stesso avviene nei paesi del Lazio, in cui viene acceso un falò per ogni rione: a Segni, nella provincia romana, a bruciare sono le “calecàre” che a Sermoneta, nell’area pontina, prendono il nome di “fauni”.
La Basilicata si illumina in ogni dove nella notte tra il 19 e il 20 marzo: sono previsti “focarazzi” a Montescaglioso e a Tursi, vicino Matera, a Castelluccio Inferiore, a Atella, a Sarconi e a Ruvo del Monte, in provincia di Potenza. Il “falò maestro” è di buon auspicio anche a Bari, nel quartiere di Palese Macchie, e a Locorotondo, nell’hinterland cittadino. La festa di San Giuseppe è anche occasione per valorizzare i prodotti enogastronomici locali, come a Tricesimo, in provincia di Udine, dove, durante la festa, si possono degustare la specialità “ôus in lâdric” o nella località lombarda di Luino, vicino Varese, che domenica 18 propone la tradizionale “tortellata”.
FOTO: LA RICETTA PER PREPARARE I TRADIZIONALI BIGNE' DI SAN GIUSEPPE

A Greve in Chianti, in Toscana, si festeggia alzando i calici con vino e vinsanto accompagnati da dolci della tradizione contadina e a Orvieto, di cui San Giuseppe è il patrono, c’è la tradizionale frittellata, prevista anche nell’isola laziale di Ponza, dove le “frittelle” diventano “zeppole”. Lampascioni, peperoni, taralli, zeppole e vino a Poggiardo, in provincia di Lecce. Tra le tante iniziative non mancano le fiere di prodotti artigianali: tra le tante, una è allestita nel centro storico di Trento e un’altra nella cittadina ligure di Sestri Levante.
Fiori, piante, attrezzature agricole tra gli oggetti saranno in esposizione sabato e domenica sulle oltre trecento bancarelle di Macerata Feltria, nelle Marche. Più a Sud, a Giuggianello, vicino Lecce, domenica e lunedì la mostra mercato degli utensili per l’agricoltura è associata ai traini ornati a festa, in salentino “stracallati”, e alla gara di cavalli da tiro.