Buoni, golosi, ma anche sani. Per falafel, o felafel a dir si voglia, intendiamo una sorta di polpetta fritta, sia essa una ciambella o un tortino, composta da un impasto di ceci macinati o di fave oppure, a proprio piacimento, anche di entrambi.
Il falafel è un piatto famosissimo comunemente consumato in Medio Oriente, ma è principalmente attribuibile a Israele. Attualmente però, le frittelle si possono trovare in tutto il mondo e vengono utilizzate in sostituzione della carne. Ma anche come di cibo da strada. Viene servito solitamente in una pita, che funge da tasca, o viene avvolto in taboon, cioè in una focaccia. Le palline di falafel per essere servite vengono posizionate su una base di insalate o di verdure in salamoia, oppure di salsa piccante. Il condimento è rappresentato da salse a base di tahini. Ma non se ne esclude il consumo da soli, proprio come spuntino, o perché no?, inclusi in un meze, cioè inseriti in un assortimento di antipasti.

Non è chiara l'origine dei falafel e diverse sono le opinioni circolanti. Stando ad una teoria ampiamente diffusa, il piatto ebbe origine in Egitto circa 1000 anni fa e fu inventato dai cristiani copti perchè nel periodo quaresimale potesse sostituire la carne. In seguito, essendo Alessandria una città portuale, il piatto è stato con facilità esportato in altre zone del Medio Oriente. Allorché, successivamente, la sua conoscenza raggiunse il nord fino al Levante, i ceci sostituirono le fave. Un’altra teoria indica il subcontinente indiano quale luogo della loro provenienza, visto che lì le fritture erano comuni tanto da essere esportate ad ovest dagli arabi o dai turchi. Un’ultima teoria ne attribuisce la provenienza allo Yemen.
Per gustare un ottimo falafel bisogna puntare ad un viaggio in Israele. Si ricercherà il classico bancone di vetro degli appositi venditori, ricchi di tante vaschette allineate, coloratissime e colme dei necessari condimenti. Si potrà gustare di tutto di più: dall'humus al cavolo piccante, dalla barbabietola condita con sesamo ai peperoncini e ancora alla salsa Hamba. La cosa più importante da non sottovalutare è una spruzzata di Tehina, in cui il tutto deve affogare.