PERCHE' SE NE PARLA A Reggio Emilia scoperti, a dieci metri di profondità, i resti di un anfiteatro romano. Si troverebbero sotto il parco del Popolo e viale Allegri. I primi studi sembrano aver confermato l’ipotesi, formulata già alcuni anni fa in base all’esame di documenti e mappe antiche, di “un’anomalia” nella cinta muraria della Cittadella, alla confluenza tra viale Allegri e la circonvallazione di Reggio. Ma alcuni studiosi rimangono scettici: c’è chi non crede che le prospezioni geofisiche attuate con strumenti radar ed elettromagnetici non invasivi possano dare risultati certi.
PERCHE’ ANDARCI Reggio, o città del Tricolore in quanto qui, nel 1797, fu adottato il vessillo che divenne poi bandiera nazionale, è anche città d’arte. Ne sono simboli la seicentesca Basilica della Ghiara e il famosissimo Teatro Municipale. La scoperta del centro prenderà il via dalla Sala del Tricolore e dal suo Museo, che ripercorre i fatti storici con cimeli napoleonici e risorgimentali, per continuare in Piazza Prampolini, più nota come Piazza Grande, su cui si affacciano la Cattedrale, il Battistero ed il Palazzo Municipale. Attraverso i portici del Broletto si raggiunge la piccola Piazza San Prospero, sede del tradizionale mercato.
DA NON PERDERE Reggio Emilia si caratterizza anche per quanto riguarda le architetture moderne, sorgono infatti nell'immediata periferia cittadina l'avveniristica Stazione AV Mediopadana ed i Ponti, entrambe monumentali creazioni del famoso ingegnere ed architetto spagnolo Santiago Calatrava. Di rilievo infine anche i Giardini pubblici, un parco ottocentesco con statue, fontane impiantato sull'area dell'antica cittadella militare, e le adiacenti piazze dei Teatri.
PERCHE' NON ANDARCI Le stagioni migliori per una visita sono la primavera e l’autunno, sia per il clima che per i numerosi eventi che hanno luogo in città.
COSA NON COMPRARE La sezione souvenir non è per niente ricca: oltre a portachiavi e calamite si trova poco altro. Allora approfittatene per portare a casa un ricordo gastronomico. A partire dai cappelletti reggiani, o capplett, dal Parmigiano-Reggiano e dall’Aceto Balsamico Tradizionale. Nei forni, inoltre, erbazzone e chizze; in pasticceria, spongata, torta di riso e biscione.