PERCHE' SE NE PARLA
Scoperto, nel Parco Nazionale di Korazim, a nord del Mare di Galilea, un torchio per la produzione del vino risalente al periodo talmudico. Questo, inserito in una struttura decorata da un mosaico, misura quattro metri di lunghezza e quattro di larghezza, e risale al periodo compreso fra il IV e il VI secolo a.C. “È sicuramente un altro elemento di interesse per i visitatori del parco nazionale”, spiega Dekel Segev, responsabile del sito. “Siamo determinati a completare lo scavo poiché questo è l’unico mosaico nell’antico villaggio ebraico che si trovava a Korazim durante l’era talmudica”.
PERCHE’ ANDARCI
L'altopiano di Korazim è un altopiano vulcanico, situato nel nord di Israele. Prende il nome da un antico insediamento ebraico chiamato anche Korazim, o "Chorazin". E si estende su un'area compresa tra gli 80 e i 135 chilometri quadrati. L'altopiano ospita alcune comunità israeliane, nonché numerosi e importanti siti archeologici e storici, tra cui Tel Hazor, il Monte delle Beatitudini e Jubb Yussef. Storicamente l'altopiano serviva anche da regione di transito per le valli a nord e sud e le altezze a est ea ovest.
DA NON PERDERE
La città ebraica di Chorazim fiorì verso la fine dell’era talmudica. Secondo il Nuovo Testamento, è una delle tre città molto ben conosciute da Gesù. La sua bellissima sinagoga (400-500) in basalto è adornata da cesellature geometriche e da decorazioni raffiguranti piante e animali, nonché da una copia della “sedia di Mosè”. Accanto alla sinagoga è stato scoperto un antico mikveh, che veniva usato per le immersioni rituali. Sono state ricostruite due grandi abitazioni e un frantoio.
PERCHE’ NON ANDARCI
La situazione a Gerusalemme rimane tesa. Chi si muove sin qui per turismo deve ricordarsi di tenere un comportamento prudente, di evitare tutti gli assembramenti e manifestazioni, anche apparentemente pacifici, nonché di seguire scrupolosamente le indicazioni delle Autorità locali.
COSA NON COMPRARE
Tanti i souvenir a disposizione: belle le ceramiche armene bianche e blu, interessanti anche i souvenir in legno d’ulivo e madreperla. E poi piatti colorati, portacandele, tazze da kiddush e candelabri a sette bracci. Tanti i riferimenti alle religioni, persino portachiavi e magliette: a volte tale commercializzazione della fede fa storcere un po' il naso.