PERCHÉ SE NE PARLA
Da quando è stata ritrovata, nel 2000, la città di Thonis, più nota con il nome greco di Heracleion, sta dando immense soddisfazioni al mondo dell’archeologia. Non si tratta di una città antica qualsiasi, ma di quella che ospitava uno dei più importanti porti del Mediterraneo, sulla costa egiziana, completamente sprofondata sul fondo del mare. Un’Atlantide egizia, che si trova a 45 metri di profondità nella Baia di Abukir, che le ultime spedizioni hanno scoperto essere ancora dotata di templi, sia di origine egiziana che greca. È questa la nuova, sorprendente scoperta che arriva dalle profondità marine in cui giace Heracleion: in particolare, sembra che le rovine ritrovate appartengano al tempio più grande della città, Amun Garp.
PERCHÉ ANDARE
Affondata tra il VI e il VII secolo per cause legate ad eventi naturali (terremoti, erosione del terreno, inondazioni, si suppone) Heracleion sorgeva in un’area formata da isolotti creati dalle diramazioni del grande Delta del Nilo. Il mare ha conservato perfettamente statue, strade, edifici, e ha permesso di ‘pescare’ monete, manufatti, gioielli, oggi esposti presso il Museo di Alessandria, a pochi chilometri di distanza. L’unico modo di ‘visitarla’ è immergersi in un tour subacqueo che si rivelerà senza dubbio indimenticabile. Naturalmente, le immersioni sono regolamentate e occorre affidarsi a professionisti prima di avventurarsi nelle profondità marine.
PERCHÉ NON ANDARE
Quella della Baia di Abukir non è zona particolarmente turistica, anche se si trova incuneata tra località ad ‘alta densità’ storica (Alessandria, Rosetta) e non lontana da alcune mete emergenti tra le destinazioni marittime egiziane (Borg El Arab, per esempio), ma non conserva particolare fascino naturalistico o storico. Cataclismi naturali e avvento della modernità hanno lasciato poche tracce del passato, e chi si reca in Egitto con molta probabilità preferirà ammirare gli iconici siti archeologici, o le meravigliose barriere coralline del Mar Rosso.
COSA NON COMPRARE
Per qualche oscura ragione, i souvenir egiziani sono gli stessi da nord a sud (e il Paese è grande, molto grande). Le piramidi, i gatti, gli scarabei, le sfingi e i cammelli la fanno da padrone in qualsiasi tipo di gadget o oggetto-ricordo. Un peccato, perché l’artigianato locale, quello autentico, è ricco.