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Harar Etiopia moschea

Etiopia, scoperta un’antica città perduta

Nella regione di Harar la scoperta di un centro islamico dove fioriva il commercio

Harar Jugol
istockphotos
Vicoli di Harar
PERCHE’ SE NE PARLA
L’Etiopia è considerata la culla dell’umanità. I numerosi reperti archeologici riportati alla luce nel corso degli anni hanno permesso di risalire agli albori della razza umana (nel 2015 sono stati trovati i più antichi resti di ominidi, risalenti a oltre 3 milioni di anni fa). Recentemente è avvenuta una nuova scoperta archeologica, importante non tanto per la datazione (12esimo secolo) ma per ciò che simboleggia nel ricostruire la storia dell’Islam in Africa. Si tratta di una città perduta, un centro fiorente del commercio situato a pochi chilometri da Harar, una delle città più belle e interessanti del Paese. Sono state rinvenute dagli archeologi numerose pietre e manufatti che testimoniano come le popolazioni locali avessero rapporti commerciali con India, Cina, Maldive, Yemen, Madagascar, Egitto. E soprattutto, sono emersi i resti di una moschea, costruita in modo molto simile ad alcuni luoghi di culto islamici della Tanzania e della Somalia. Scoperta che testimonierebbe le connessioni tra varie comunità musulmane dell’Africa Orientale (prevalentemente Cristiana) e permetterà agli archeologi di ricostruire un pezzo di storia islamica di quelle terre.
 
PERCHE’ ANDARE
La città di Harar Jugol, capoluogo della regione di Harar, è fascinosamente conosciuta come la ‘Città Proibita’. Enclave musulmana in un paese principalmente cristiano, considerata la quarta città santa dell’Islam, racchiude 82 moschee, molte delle quali risalenti a oltre un millennio fa, e 102 santuari, che le sono valsi il riconoscimento UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. La città fortificata con suoi colorati e tortuosi vicoli, i luoghi storici e religiosi, il variopinto mercato, sono un’attrazione che richiama turisti e viaggiatori da decenni. Pensate che proprio qui Arthur Rimbaud decise di ritirarsi nel suo ‘periodo etiope’, e difatti la sua casa è oggi un’attrazione turistica. Oltre che la casa natale di Heile Selassie I.
 
DA NON PERDERE
Una particolare cerimonia prende vita la notte, sin dagli anni Sessanta, a beneficio dei turisti. Si tratta di uno spettacolo che nasce da una tradizionale offerta di cibo alle iene che veniva fatta una volta l’anno. Oggi si ripete ogni giorno: al di fuori della cinta muraria, alcuni uomini nutrono gli animali selvatici offrendo loro pezzi di carne direttamente dalle loro mani. 
 
PERCHE’ NON ANDARE
L’Etiopia è un paese dove le attrattive turistiche non mancano di certo. Ma si tratta di un viaggio avventuroso, spesso impegnativo. Inoltre, alcune zone (quasi tutte quelle frontaliere) sono da evitare per motivi di sicurezza. E’ un Paese relativamente stabile, e i viaggiatori non incontrano problemi di alcun tipo, ma meno di 1 anno fa è stato proclamato lo stato di emergenza per 6 mesi. Insomma, se volete vacanze rilassanti e tranquille potreste decidere di guardare altrove. 
 
COSA NON COMPRARE
Caffè e spezie sono un souvenir delizioso da portare a casa. Meno il qat, o khat, anche noto come ‘droga dei poveri’: si tratta di foglie eccitanti che molti popoli africani e arabi masticano in continuazione. Oltre ad avere degli effetti collaterali notevoli sul lungo termine, la legislatura sulla sua legalità nei paesi europei è piuttosto incerta. Non comprarla è il modo migliore per non incappare in ‘sorprese’ al rientro in aeroporto.
 
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