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Eventi Cucina Premio Verdicchio d'oro 2015

Verdicchio, il principe delle Marche in festa

Al via il Premio Verdicchio d'oro: la cultura enogastronomica regionale celebrata a Staffolo dal 1966

acini, grappolo uva, frutta<br>
iStock
Grappoli d'uva
Il Premio di Cultura Enogastronomica “Verdicchio d’Oro” viene istituito a Staffolo nel 1966 grazie alla collaborazione tra il Comune e l’Accademia Italiana della Cucina. Un atteso appuntamento che si terrà quest’anno il 19 e 20 Settembre e che è riuscito a consolidarsi nel tempo arricchendosi della partecipazione di autorevoli rappresentanti della cultura, del giornalismo e dello spettacolo.

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L’evento si propone di mettere a punto nuove strategie e scambiare riflessioni intorno al mondo enogastronomico in tutte le sue possibili declinazioni anche attraverso il dibattito che precede sempre la premiazione. Le varie edizioni sono state foriere di positivi riflessi per la valorizzazione del territorio marchigiano e dei suoi prodotti di qualità.

Staffolo ospita il Museo dell’Arte del Vino in omaggio alla sua tradizione vitivinicola rimanendo aperto al pubblico durante quasi tutto l’arco dell’anno. Sono proprio le opere e le testimonianze conservate a narrare la storia di ciò che è stato custodito negli anni e che il passato ha lasciato in eredità sino ai nostri giorni. Un esempio di come la modernità possa esprimere la qualità e il sapore di un tempo.

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Giunto al suo 50esimo appuntamento, il Premio Verdicchio d’oro non celebra solo il Verdicchio, l'emblema della produzione del vino nelle Marche, ma si traduce anche come un’occasione per approfondire in un convegno il tema dell'enogastronomia, del cibo e del territorio, con relatori di altissimo livello. Tra i relatori dello scorso anno anche i tre destinatari del premio: lo chef pluristellato Moreno Cedroni, il professor Alberto Capatti, docente di storia della cucina e della gastronomia all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo) e curatore dell'autobiografia di Pellegrino Artusi, e la docente di biologia della nutrizione Elena Piatti della Facoltà di Farmacia dell'Università di Urbino.

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Ecco alcune delle etichette più prestigiose: Villa Bucci, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Villa Bucci che nell’immaginario collettivo è il re della denominazione, sia dei Castelli di Jesi che del Verdicchio tutto. È il più classico, il più famoso, il più premiato, il più elegante. Alcune annate sono state e sono tuttora epiche.

La Monacesca, Verdicchio di Matelica Riserva Mirum è il re di Matelica. Ha materia e morbidezza, nerbo ed acidità, ricchezza, freschezza e una cesellata complessità che col tempo aumenta ancor più. Collestefano, Verdicchio di Matelica Collestefano è il Verdicchio “alsaziano”, da alcuni è ritenuto poco tipico, ma le 100.000 bottiglie prodotte annualmente vengono vendute in pochi mesi, anche in virtù di un ottimo rapporto qualità prezzo.

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E ancora La Distesa, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Gli Eremi; Colonnara, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Cuprese, altro classico il cui nome evoca il territorio di Cupramontana, è prodotto da una cantina cooperativa; La Staffa, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico La Staffa; Andrea Felici, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva e Il Cantico della Figura: di Staffolo l’una, di Apiro l’altra

Garofoli, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Serra Fiorese, dalle colline di Montecarotto e da uve ben mature fermenta in piccoli fusti di rovere, è ricco e longevo.
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