Morbida, piccantissima e dalle tinte rosso fuoco, la 'Nduja è una prelibatezza tutta calabrese che al sapore squisito della carne di maiale unisce il gusto inconfondibile del peperoncino calabrese che nella zona del Monte Poro, e di Spilinga in particolare, sviluppa caratteristiche uniche che rendono ogni ricetta una vera leccornia.
LA TRADIZIONE Considerata uno dei prodotti tipici più rappresentativi dell'intera Calabria, la 'Nduja è in realtà originaria di una zona ben circoscritta della regione che ha il proprio fulcro nel comune di Spilinga. L'area di produzione, che ormai comprende diversi comuni della provincia di Vibo Valentia, è concentrata sul Monte Poro le cui caratteristiche geografiche e climatiche conferiscono al piccantissimo insaccato calabrese un sapore unico difficilmente riproducibile in altre zone della regione. Il sole che bacia le pendici dell'altopiano e la sua vicinanza al mare rendono, infatti, il peperoncino, che cresce sul monte davvero unico. Ed è stata proprio l'introduzione del peperoncino sulle coste calabresi da parte degli Spagnoli nel XVI secolo a dare origine alla produzione di questo ottimo insaccato che ben presto si è trasformato in una vera specialità locale apprezzata ben oltre i confini regionali.
LA DENOMINAZIONE Il nome della 'Nduja richiama quello dell'Andouille, un insaccato francese preparato con la trippa del maiale. Con ogni probabilità entrambi i nomi derivano dal verbo latino “inducere” che significa introdurre che, in questo caso, fa riferimento al gesto di inserire nel budello il composto di carne e peperoncino. Oggi la 'Nduja di Spilinga è inserita nell'elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali.
LE CARATTERISTICHE Un tempo preparata con parti di scarto del maiale, come trippa e frattaglie varie, la 'Nduja oggi viene prodotta soltanto con i pezzi grassi migliori del suino. Questo particolare insaccato calabrese si distingue per la consistenza morbida che rimane spalmabile nonostante la stagionatura. Il colore rosso vivo ed il sapore piccantissimo sono il frutto del consistente utilizzo del peperoncino calabrese nella preparazione ed il gusto è reso ancor più sfizioso dal procedimento di affumicatura.
LA PRODUZIONE La 'Nduja può essere trovata presso i numerosi salumifici locali e talvolta anche al di fuori dei confini regionali. Per prepararla, i salumieri impastano le parti grasse del maiale con il peperoncino ed il sale ed introducono il composto nel budello cieco, chiamato orba, per poi procedere all'affumicatura.
LA CULTURA La 'nduja è una vera istituzione della tradizione gastronomica locale ed è per questo che a Spilinga ogni anno si celebra l'ottimo insaccato con una sagra ad esso dedicata che viene organizzata in città durante il mese di agosto.
IN CUCINA La 'Nduja è incredibilmente versatile. Se in molti, infatti, la gustano spalmata sul pane, magari leggermente abbrustolito, sono in tantissimi ad utilizzarla anche come condimento per insaporire numerose preparazioni come sughi, salse, pizze e frittate. Viene spesso spalmata anche su fette di formaggio semi-stagionato, o scaldata e mescolata con la ricotta per attenuare il gusto piccante che potrebbe risultare eccessivo per i palati non abituati ai sapori forti.
La ricetta: Penne alla 'Nduja. Ingredienti: 300 grammi di penne, 150 grammi di 'Nduja, mezza cipolla, vino bianco, 150 grammi di passata di pomodoro, olio extravergine di oliva, pecorino. Fate imbiondire la cipolla nell'olio ed aggiungete la 'Nduja, mescolate, versate il vino bianco e lasciate sfumare. Aggiungete, quindi, anche la passata di pomodoro e fate cuocere a fuoco dolce mescolando di frequente fino a che la salsa risulterà densa e saporita. Nel frattempo fate bollire l'acqua per la pasta, salatela e buttate le penne. Una volta cotte, scolatele e fatele saltare per qualche istante in un tegame con il sugo alla 'Nduja. Quando saranno ben amalgamate con il condimento, sistematele nei piatti ed insaporite, se lo desiderate, con del pecorino grattugiato.
IL TERRITORIO Adagiata sul Monte Poro a 450 metri di altitudine, Spilinga prende il nome dal termine “spelunga” (grotta), di origine greca. E sono proprio le grotte una delle più affascinanti attrazioni della cittadina, una delle quali ospita il suggestivo santuario della Madonna delle Fonti. Ricavato all'interno di un'antica grotta eremitica, custodisce un magnifico altare in granito ed alabastro probabilmente opera di scalpellini locali. Gli amanti delle attività all'aria aperta si faranno conquistare dai paesaggi della fiumara Ruffa e del Vallone della Ruffa mentre chi desidera esplorare la cittadina non rimarrà deluso dall'acquedotto ottocentesco ad archi, che ricorda quelli romani, dall'elegante palazzo Miceli, dalla chiesa di San Giovanni Battista e dal folkloristico mercato che ogni martedì anima corso Garibaldi.
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