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Le Mortelle, nella Maremma l'uva incontra il mirto

In Toscana, a Castiglione della Pescaia, un’architettura organica che promuove l’armonia tra uomo e ambiente

Le Mortelle, Toscana, maremma
©Le Mortelle
Le Mortelle, Toscana, maremma
Nel cuore della bassa Maremma una tenuta che sembra arrivare dal futuro. Un luogo dove la tradizione e il legame con la natura vengono riletti in chiave moderna. Nel pieno rispetto di tutti gli ingredienti e di tutte le fasi della preparazione. Parliamo della cantina Le Mortelle, la Tenuta di Marchesi Antinori a Castiglione della Pescaia. Il suo nome fa riferimento al mirto selvatico, un arbusto che cresce sulle zone costiere della Maremma e che è divenuto il simbolo della fattoria. 

Per tutti gli amanti dei vini toscani, leggete anche Maremmachevini
 
Costruita in osmosi con la campagna circostante, si svela solo dalla presenza di discrete fenditure oltre le quali la struttura rivela la sua anima di roccia, vetro e legno. Il cuore della cantina mostra, una volta dentro, i suoi ampi spazi, la sua scala elicoidale e i serbatoi “a testa in giù”. Una struttura concepita in modo da accompagnare l’uva dalla sua genesi ai singoli passaggi della fermentazione, dell’affinamento e dell’imbottigliamento, in un percorso “verticale”. Aperto al pubblico attraverso apposite visite guidate. Una cantina su tre livelli, ideata per consentire la vinificazione ‘per gravità’, in totale assenza di pompe. 
 
La ‘vinificazione a caduta’ è un metodo che permette una lavorazione delle uve meno “traumatica”. Il vino risulta così più equilibrato, elegante e con tannini più morbidi. Tutto parte dal piano più alto, quello dell’arrivo delle uve, in cui mani esperte procedono alla selezione degli acini. La pigiatura avviene con un sistema dolce di rottura degli acini. I mosti quindi riempiono a caduta i serbatoi ‘sospesi’ in acciaio, situati al piano sottostante, in cui si svolge la fermentazione a temperatura controllata. In seguito il vino riempie le barrique del piano interrato, per il periodo di affinamento. 

 
Una Tenuta che ha fatto della sostenibilità ambientale e dell’ecocompatibilità una questione imprescindibile. E’ una struttura ipogea, quasi totalmente interrata e perfettamente integrata con il territorio: la cupola che sovrasta la cantina è ricoperta da suolo vulcanico su cui cresce la tipica vegetazione della Macchia Mediterranea. La luce è sapientemente dosata attraverso dei tagli laterali della struttura, consentendo un notevole risparmio di energia: dal lucernario superiore entra la quantità di luce necessaria per la selezione delle uve; al piano medio la luce è più tenue e adeguata alle operazioni di follatura, mentre al piano interrato – quello della barriccaia – la luce è fioca per favorire l’affinamento in barrique. 
 
La fattoria in questione si estende su 270 ettari di cui 170 coltivati a vigneto. Ed è da sempre abitata dalla famiglia Antinori. Nel 1863, un atto patrimoniale menziona tra i possedimenti proprio Poggio Franco, uno dei vigneti più vocati della tenuta, insieme ad altre parcelle di terreno. Gli spazi di vigneto sono coltivati principalmente con Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, oltre a più recenti impianti di varietà a bacca bianca come Vermentino, Ansonica e Viognier, e ad una piccola quota di Carménère. Il terreno, di medio impasto, sabbioso e limoso, ha una composizione prevalentemente siliceo-argillosa ed è, in certe zone, ricco di scheletro.
 
Per chi volesse visitarla, Fattoria Le Mortelle propone un percorso enologico e degustativo alla scoperta di un territorio di eccezionale bellezza, dove i colori della terra incontrano quelli del mare, immersi nella cantina ipogea, collocata sulla sommità della collina, in perfetta armonia con la campagna circostante. Tutte le informazioni e gli orari sul sito di riferimento.
Saperne di più su GUSTO
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