Oriolo Romano, uno dei borghi più affascinanti della Tuscia Viterbese, è adagiato sui rilievi dei Monti Sabatini. Un territorio ricco di boschi e poco distante dal Lago di Bracciano, riserva naturale dal 1999. Qui nascono, già nel mese d’Agosto funghi porcini prelibati, simbolo dell’arrivo dell’autunno. Il re del mese di settembre è dunque il Porcino a cui, durante la seconda metà del mese, Oriolo dedica la famosa sagra.
IL FUNGO PORCINO RE DELLA SAGRA DI ORIOLO ROMANO
Giunta alla quattordicesima edizione, la manifestazione è organizzata da ACOR (Associazione Culturale Oriolo Romano) e Comune ed è in programma nei weekend 15-16-17 e 22-23-24 settembre 2017 in Piazza Umberto I, sullo sfondo dello storico Palazzo Altieri.
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Per l’occasione saranno allestiti stand gastronomici aperti il venerdì solo a cena a partire dalle ore 19 e il sabato e la domenica a pranzo dalle ore 12.30 e a cena dalle ore 19. Il tutto accompagnato da musica, balli e intrattenimenti. Il menu della sagra prevede ampia scelta di bruschette, primi piatti (protagoniste, ovviamente, le fettuccine) e secondi piatti di carne, accompagnati dal particolare pane ai funghi porcini. Il sabato e la domenica è disponibile un menu per celiaci a cura di Aic Lazio (Associazione Italiana Celiachia).
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Immancabile il mercatino di prodotti tipici, antiquariato e modernariato. La sagra dedicata a questa nobile varietà di fungo dalla polpa bianca che non cambia colore né all’aria né al tocco, offre specialità come la pasta fatta in casa, l’olio, il vino, le carni, i formaggi e i dolci, tutti prodotti a chilometro zero e provenienti dalle aziende del territorio. La Sagra del fungo porcino affiancherà alle delizie gastronomiche un ricco programma di conferenze a tema.
ORIOLO ROMANO: IL BORGO LAZIALE DA SCOPRIRE
Nel Paese meritano una visita anche l’affascinante parco di “Villa Altieri”, le chiese di S. Giorgio e S. Anna, oltre al Convento di S. Antonio da Padova. Gli amanti della natura non resteranno delusi, con la splendida faggeta appena fuori dal centro abitato nominata patrimonio dell’Unesco e il Parco della Mola, che prende il nome da un vecchio molino costruito nel 1573. Gioielli della Regione Lazio che sapranno stupire tra un piatto di fettuccine e una zuppa di funghi.
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