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La "formosa" bontà della Pupazza Frascatana

La ricetta della bambolina al miele con tre seni è un vera istituzione della tradizione dei Castelli Romani ed evoca una curiosa leggenda del folklore locale

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Courtesy of ©Carlomorino/Wikimedia Commons
Una versione della Pupazza Frascatana
Deliziosa e procace, la Pupazza Frascatana è una croccante bontà tradizionale che conquista con la dolcezza del miele e con la simpatia e la particolarità dei suoi tre seni che evocano antiche leggende del folklore locale

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LA TRADIZIONE Formosa, irresistibile e sorprendente la Pupazza Frascatana è, assieme al vino, un vero emblema della tradizione gastronomica della graziosa cittadina dei Castelli Romani. Non tanto per la ricetta, molto semplice e simile a quella dei mostaccioli e delle frolle più classiche, ma per il suo aspetto, quello di una procace donnina che sfoggia orgogliosa ben tre seni abbondanti e nudi. E' più di un secolo che questa formosa signorina di Frascati fa bella mostra di sé tra le prelibatezze proposte dai forni locali, ognuno dei quali propone una propria variante del biscotto e ne rivendica la paternità, ma l'origine di questa ricetta ancora non può essere stabilita con certezza. Se alcuni sostengono, infatti, che il terzo seno non sia altro che il frutto di un errore nella preparazione del dolce che, in origine, aveva le sembianze di una normale donna con due seni nudi che simboleggiava fertilità e abbondanza, una teoria particolarmente accreditata sostiene, invece, che la “disinibita” donzella sia, invece, la rappresentazione di una mammana, la balia che si occupava dei piccoli delle donne impegnate nella vendemmia che, secondo l'antico folklore, da queste parti indossava un terzo seno artificiale dal quale sgorgava vino, strizzando l'occhio alla leggenda secondo la quale i bambini di Frascati e della zona dei Castelli Romani, tradizionalmente vocata alla produzione di buon vino, venissero allattati sia con il latte tradizionale che con l'inebriante nettare di Bacco.

LA DENOMINAZIONE La Pupazza Frascatana, conosciuta anche come Pupazza a Tre Seni di Frascati, 'A Pupazza de Mèle o Miss Frascati, si è ormai trasformata in un prodotto particolarmente rappresentativo della gastronomia di Frascati e delle vicine località dei Castelli Romani. Il termine Pupazza, con il quale nella tradizione romana viene chiamata genericamente la bambola, in questo caso fa riferimento alla donna formosa, simbolo di abbondanza. Il Ministero delle Politiche Agricoli, Alimentari e Forestali ha riconosciuto il valore folkloristico di questo dolce inserendolo nell'elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali del Lazio (PAT).

LE CARATTERISTICHE Ogni forno offre una propria versione della Pupazza Frascatana che, comunque, viene sempre rappresentata con le sembianze di una donna con tre abbondanti seni scoperti. La ricetta è simile a quella di un mostacciolo ottenuto con alcuni semplici ingredienti di base, sempre presenti, come farina, olio extravergine di oliva, aroma di arancio e miele, preferibilmente millefiori dell'Agro Pontino, a cui il fornaio può aggiungere un tocco personale, come l'utilizzo di una particolare spezia (noce moscata, cannella ecc.).

LA PRODUZIONE Sono tantissimi i forni che realizzano la propria versione della Pupazza, alcuni dei quali hanno persino brevettato la ricetta. Non mancano, inoltre, negozi di prodotti di artigianato, tra cui una gioielleria e le botteghe di ceramiche, che ne realizzano particolari varianti “non commestibili” in metallo e ceramica da conservare come ricordo, a dimostrazione di come questa figura sia ormai entrata a far parte della tradizione popolare frascatana.

LA CULTURA In passato richiesta soprattutto nel periodo di Natale, oggi la dolce bambolina al miele viene prodotta durante tutto l'anno per venire incontro alla richiesta dei sempre più numerosi visitatori che la ricercano. La ricetta, infatti, sebbene simile a quella di altre specialità italiane, risulta unica per il suo aspetto e per le leggende ad esso legate e per questo, dunque, viene segnalata in numerose guide turistiche della zona.

IN CUCINA La Pupazza Frascatana può essere facilmente preparata in casa. Ma girando per i forni di Frascati si può rimanere incantati dalle numerose rappresentazioni che ne vengono realizzate. Si possono trovare Pupazze preparate con il cacao, con la cannella, o con la noce moscata e se ne possono osservare versioni decorate con canditi, amarene, chicchi d'orzo oppure di caffè per creare gli occhi, il naso e la bocca.

La ricetta: Pupazza Frascatana. Ingredienti: Farina 00 (a occhio, come vuole la tradizione), 500 grammi di miele (di ottima qualità e preferibilmente non cristallizzato), 250 millilitri di olio extravergine di oliva, mezzo cucchiaino di aroma di arancio distillato, confettini, canditi, o chicchi di orzo o caffè per la decorazione (facoltativo). Amalgamate il miele e l'olio a fuoco dolce in una pentola molto capiente. Aggiungete l'aroma di arancio e, un poco alla volta, la farina fino a quando non avrete ottenuto un composto sufficientemente solido da poter essere lavorato a mano senza che si appiccichi. Stendete l'impasto di uno spessore di circa mezzo centimetro e ricavatene, con l'aiuto di uno stampino o a mano libera, delle sagome a forma di donna delineando, con forchetta e coltello, l'abito, i capelli, le scarpe e tutti i particolari che di cui vorrete arricchirle. Ricavate con l'impasto tre piccole palline che applicherete sul busto per realizzare i tre seni. Disegnate i lineamenti (occhi, naso e bocca), oppure utilizzate confettini, chicchi di caffè, di orzo o canditi, e infornate a 160° per circa dieci minuti.

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IL TERRITORIO Frascati non è solo vino e buona cucina.Passeggiando per la suggestiva località dei Castelli Romani, infatti, si scopre un centro storico ricco di fascino e splendidi scorci come quelli offerti dalla magnifica Villa Aldobrandini, che domina Piazza Roma. Il borgo e i suoi dintorni sono un trionfo di splendide ville e chiese affascinanti. Da non perdere Villa Torlonia, oggi parco comunale, Villa Mondragone, trasformata in un interessante museo, le Scuderie Aldobrandini, sede del Museo Tuscolano, e, naturalmente, la Cattedrale di San Pietro, la Chiesa del Gesù, Piazza Paolo III con la bella fontana e il Palazzo Vescovile, e, naturalmente, Santa Maria in Vivario, vecchio Duomo di Frascati, con l'antistante piazza San RoccoDA VEDERE AI CASTELLI ROMANI: VAI ALLA GUIDA

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