Riflettori puntati sui formaggi italiani grazie alla
kermesse
Cheese che dal 20 al 23 settembre trasformerà la città
piemontese di
Bra in una vera e propria "fattoria" a cielo
aperto. Sotto l'egida di Slow Food, la manifestazione non fa che riconfermare
lo stretto legame esistente tra eccellenze gastronomiche e specificità
territoriali in cui le stesse vengono prodotte, nel nome di una biodiversità
che definisce sempre meglio la mappa dei luoghi dove tutto ciò che ruota
attorno al cibo diventa una questione di scelte ben precise, e spesso persino
penalizzanti: la qualità non sempre ripaga in un'economia di mercato in cui le
catene dei fast food incidono considerevolmente, ma per fortuna è riscontrabile
una controtendenza nei
gusti sempre più "consapevoli" dei consumatori.
Se poi il terreno su cui si gioca la partita è quello italiano, gli assi nella
manica non mancano certo. Tra i prodotti d’eccellenza della gastronomia
nostrana un posto di rilievo spetta proprio ai formaggi, come dimostra l’alto
numero di DOP certificate che contraddistinguono la produzione casearia del
Belpaese (
46 specialità di cui 45 DOP e una IGP, stando ai dati
forniti da Agriturist - Associazione Nazionale per l'Agriturismo, l'Ambiente e
il Territorio).
Come per gli oli, il
riconoscimento DOP – che viene assegnato ai
prodotti agricoli ed alimentari le cui fasi del processo produttivo vengano
realizzate in un'area geografica delimitata e con procedimenti conformi ad un
disciplinare di produzione – valorizza soprattutto lo stretto legame esistente
con l’ambiente geografico comprensivo dei fattori naturali ed umani. Ed è qui
che subentra il "
fattore biodiversità". Prerogative dei
Formaggi DOP italiani, messe ben in risalto dal CLAL (azienda leader
nell’analisi del mercato caseario e lattiero dal 1962), sono la varietà che
determina una diversificazione dei sapori rendendo possibili numerose
combinazioni culinarie, la molteplicità delle provenienze geografiche che
conferisce ad ogni prodotto una precisa identità territoriale e la versatilità
della produzione, garante di una buona dose di creatività pur nel rispetto
della tradizione originaria e della qualità.
Non vi è regione d’Italia che non abbia una sua tipicità casearia, il
formaggio è presente con una gamma davvero ampia di tipologie diverse, ciascuna
ricavata da una tradizione contadina e pastorizia del luogo di provenienza.
A ciascuna di queste Dop, Turismo.it nel suo progetto editoriale
LE VIE DEI FORMAGGI DOP D’ITALIA (speculare a
quello “pilota” dedicato agli
OLI DOP) ha dedicato un approfondimento specifico
corredato di fotogallery, che inquadra il prodotto caseario all'interno di
imprescindibili parametri di valutazione quali: la matrice culturale, l'origine
della denominazione, le caratteristiche organolettiche, i dati di produzione e
il contesto territoriale con i relativi itinerari tematici. Quest'ultimo è la
conditio sine qua non di tutto il resto.
A fare gli onori di casa per Cheese, è una città che ha già nel nome
l’importanza di una Dop:
Bra. Eccellenza della produzione casearia
piemontese, il formaggio
Bra DOP è particolarmente diffuso in alcune
aree del nord Italia. L’esportazione di una parte della produzione annua lo ha
fatto conoscere ed apprezzare anche all’estero.
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LE VIE DEI FORMAGGI DOP DI TURISMO.IT
LE VIE DELL’OLIO DOP DI TURISMO.IT