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Trentino, artigianato artistico e itinerari

Trentino, cosa hanno di speciale le stufe in maiolica di Sfruz

L'arte delle stufe ad olle vanta una tradizione plurisecolare sopravvissuta con fatica all'era moderna

Stufa ottocentesca di stile Neoclassico ed eclettico
Courtesy of©AnticheFornaci Sfruz
Stufa ottocentesca di stile Neoclassico ed eclettico
Il paese di Sfruz, in provincia di Trento, può essere considerato un vero e proprio pioniere della produzione di stufe decorate a partire addirittura dai primi secoli del secondo millennio. A rendere la produzione locale assolutamente unica nel suo genere fu l’incontro tra i saperi artigianali dei fornelari e la maestria dell’arte decorativa dei maestri faentini che hanno dato vita a manufatti di elevato valore non soltanto pratico ma, principalmente, storico ed artistico.

LA TRADIZIONE 
Se la stufa in maiolica viene considerata una tipicità del Trentino è perchè, in questa regione, e specialmente in Val di Sole e Val di Non, vanta una tradizione plurisecolare. Oltre 500 anni fa le fornaci dei ceramisti di Sfruz, sull’altipiano della Predaia, cominciarono a sfornare questi pregiati manufatti che oltre alla evidente funzionalità pratica, vantavano pregevoli rifiniture estetiche, grazie alla competenza dei ceramisti faentini che, in fuga dalle repressioni dello Stato Pontificio, trovarono asilo in Tirolo rendendo questo piccolo centro un importante punto di riferimento dell’arte ceramica. Le prime testimonianze documentali che attestano lo sviluppo di questa attività risalgono al 1532, quando su una pergamena venne riportata l’assegnazione del titolo di “maestro fornelaro” a Cristoforo Cavosi, appartenente ad una delle famiglie più attive nel settore. Tra il XVI ed il XVII secolo, durante il cosiddetto  “periodo faentino”, le maestranze locali si specializzarono e perfezionarono le proprie abilità decorative apprendendo le tecniche adottate dai maestri faentini. Durante i due secoli successivi, dunque, le tecniche di produzione raggiunsero un tale pregio da consentire la vendita di ben 1121 stufe ad olle e non soltanto nella zona di produzione, ma ben più lontano, sino a Mantova, Ferrara, Vienna e Salisburgo. Gli artigiani locali producevano magnifiche stufe di una particolare sfumatura di verde scuro che, non a caso, prese il nome di  “verde Sfruz”, adornate con raffinati elementi decorativi con temi ispirati dalle conchiglie, dalle foglie d’acanto, da paesaggi bucolici e motivi floreali. Con la Seconda Rivoluzione Industriale e, con l’avvento dell’era moderna e dell'elettricità, si registrò una consistente flessione della produzione e della vendita di questi manufatti che da elementi funzionali e di arredo presenti in una moltitudine di case, si trasformarono in oggetti appartenenti ad una forma di artigianato di nicchia. Se le tradizionali stufe ad olle di Sfruz non sono cadute nell’oblio è grazie all’Associazione Culturale  “Antiche fornaci di Sfruz” che, dal 2005, si è impegnata a promuovere e rilanciare l'antica arte della ceramica e la sua applicazione nella produzione delle raffinate stufe locali dalla storia secolare.

LE CARATTERISTICHE
La stufa in maiolica garantisce la stessa efficacia dei raggi solari. Consiste in un sistema di tipo radiante che si avvale di olle di argilla e mattoni refrattari per trattenere il calore prodotto dal processo di combustione della legna e poi rilasciarlo, gradualmente, nell’ambiente. La sua efficacia è garantita dalla presenza delle piastrelle in maiolica che costituiscono il rivestimento della stufa e che vengono realizzate da specialisti del settore partendo dall’argilla, chiamata "ceramica barbottina”, e dallo schizzo a mano libera, e proseguendo per innumerevoli fasi di lavorazione come il colaggio, la smaltatura, la cottura e la decorazione a mano. La costruzione interna della stufa, invece, richiede l’utilizzo di materiali refrattari specifici di ottima qualità al fine di garantire una efficace resa di calore.

IL TERRITORIO
Il modo migliore per ammirare i più significativi esempi della maestria degli artigiani e degli artisti di Sfruz è quello di  concedersi una tour alla scoperta di castelli e palazzi signorili della valle che ancora custodiscono alcuni preziosi manufatti d'epoca: uno degli esemplari più antichi è la stufa conservata presso il santuario di San Romedio, risalente al 1727, che sfoggia decorazioni con colonnine adornate di tralci d’uva e lesene angolari con motivi floreali che culminano, in cima, con figure antropomorfe, e pannelli centrali con vasi e fiori. Casa Campia a Revò, appartenuta per più di due secoli alla famiglia Maffei e poi acquistata e restaurata dal Comune di Revò, custodisce, invece, una grande stufa in maiolica del 1753 di colore blu proveniente dalla scuola artigianale di Sfruz ed adornata da cariatidi ed eleganti figure allegoriche dei dodici mesi e dei quattro continenti allora conosciuti.

GLI INDIRIZZI
La crisi che agli inizi del secolo scorso ha colpito il settore, non ha scalfito la passione e la tenacia degli artigiani locali che, negli ultimi decenni, hanno deciso di riprendere la produzione delle stufe in maioliche aggiornando le proprie tecniche produttive sulla base delle più moderne tecnologie di riscaldamento. Oggi la Venturi Stufe, ad esempio, azienda fortemente impegnata nel recupero e nella valorizzazione di questa arte antica, propone la riproduzione della magnifica stufa di Revò. A Croviana, invece, in Val di Sole, si può ammirare lo showroom delle Stufe Pretti, azienda attiva sin dal 1988 con la produzionE di stufe che coniugano alla perfezione la qualità costruttiva con il pregio artistico. Tra i produttori più longevi si annovera, infine, l’azienda Rigatti che, da ben tre generazioni, dal 1860, realizza stufe in maiolica di grande prestigio.

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