Antichi e divertenti, i fischietti di terracotta sono uno dei prodotti artigianali più caratteristici della tradizione pugliese. Diffusi in diverse zone della regione con le loro forme e i colori divertenti, trovano nel comune di Rutigliano la propria “capitale” dove si mostrano in tutto il loro splendore anche all'interno di un interessante museo ad essi dedicati.
LA TRADIZIONE Si perde nella notte dei tempi la tradizione pugliese legata alla lavorazione dell'argilla, diffusa in diverse zone della regione e, soprattutto, in quella tra Grottaglie e Rutigliano, dove è particolarmente diffusa una particolare argilla chiamata “terra rossa”. Risalgono addirittura al Neolitico i primi ritrovamenti di utensili in ceramica realizzati dalle popolazioni che si erano insediate lungo le lame (antichi corsi d'acqua oggi secchi), a testimonianza della longevità di questa attività. Nel corso dei secoli, alla produzione di vasi, recipienti, tegole e suppellettili, i figuli (i vasai) pugliesi hanno affiancato anche la realizzazione di piccoli oggetti sonori utilizzati come richiamo e, soprattutto, come gioco per i bambini. Questi “giocattoli rompitimpani” ( i tintinnabula di origine romana) assumevano le forme più svariate, spesso ispirate al mondo animale e legate a simbologie di natura propiziatoria. Basti pensare che il più antico fischietto rinvenuto nella zona risale al XVI secolo e raffigura un galletto, simbolo di virilità e fertilità. Quella degli oggetti sonori in terracotta è, comunque, una tradizione che riguarda un'area molto vasta della regione. In Salento, ad esempio, si producono ancora oggi delle magnifiche ocarine artistiche frutto della creatività e della maestria degli artigiani locali.
LE CARATTERISTICHE I fischietti in terracotta sono dei veri piccoli capolavori dell'artigianato pugliese. Basta, infatti, soffermarsi nelle numerose botteghe della regione per rimanere incantati dinanzi ai colori sgargianti e alle centinaia, se non migliaia, di forme differenti che possono assumere. La loro semplicità e la sensazione di genuinità ed autenticità che evocano non deve trarre in inganno, perchè ognuno di questi piccoli oggetti è il frutto di una complessa lavorazione manuale. L'argilla viene, infatti, lavorata con cura e poi sistemata in stampi di gesso accuratamente scolpiti per creare la forma desiderata. Soltanto quando l'argilla sarà ben pressata e avrà raggiunto il giusto livello di umidità si potranno aprire gli stampi e poi, con l'ausilio di un bastoncino di legno, verificare che la fessura del fischietto sia adatta ad emettere il suono. I fischietti dovranno, quindi, essere dapprima sottoposti ad un lungo processo di cottura, che può protrarsi fino a quattro, giorni, e poi, dipinti ad uno ad uno con i colori desiderati.
IL TERRITORIO Sebbene la produzione coinvolga diverse zone e località della regione, soltanto Rutigliano può essere definito a tutti gli effetti il “paese simbolo” del fischietto in terracotta. Basti pensare che i manufatti locali dal 2003 hanno ottenuto il riconoscimento del marchio De.Co. (Denominazione Comunale di Origine) e sono da sempre protagonisti della tradizionale Festa di Sant'Antonio Abate che si celebra ogni anno il 17 di gennaio. In tale occasione gli uomini di Rutigliano di ogni età donano alle proprie compagne il tipico fischietto a forma di gallo come simbolo d'amore e buon auspicio. Alla celebre fiera, inoltre, a partire dal 1989, si abbina anche l'annuale Concorso Nazionale del Fischietto in Terracotta “Città di Rutigliano”.
GLI INDIRIZZI Per approfondire le origini e la storia di questa lunga tradizione artigianale, l'appuntamento è al Museo Civico del Fischietto in Terracotta “Domenico Divella”, con sede nell'ex Convento di San Domenico, oggi Palazzo San Domenico, a Rutigliano in via L. Tarantini n. 28, che ospita anche la Biblioteca Comunale. La visita si snoda attraverso l'interessante esposizione di circa 700 fischietti distribuiti in cinque diverse aree tematiche .
Per saperne di più: www.museodelfischietto.it.
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