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Empoli, la città del vetro verde

La città toscana vanta un’antica tradizione nella produzione di manufatti caratterizzati dalla tipica livrea verde

vetro verde di empoli
Courtesy of ©museodelvetrodiempoli.it
Vetro verde di Empoli
Quando si guarda un oggetto di vetro si tende a valutarne l'estetica, piuttosto che l'utilità o il pregio della lavorazione. Più raramente ci sofferma a pensare alla lunga storia che questo materiale ha da raccontare, una storia saldamente intrecciata alla cultura del luogo di provenienza e alla maestria degli artigiani che lo hanno lavorato nel corso dei secoli. L'Italia vanta una fiorente tradizione legata alla produzione di manufatti in vetro che hanno rappresentato, a lungo, un importante fondamento dell'economia delle aree in cui l'attività di lavorazione del materiale si era particolarmente diffusa. Empoli, per esempio, è una delle città che hanno legato indissolubilmente il proprio nome all'arte vetraria e, in particolare, alla produzione di manufatti in vetro verde, divenuti tanto rinomati che oggi la caratteristica tonalità che li contraddistingue viene definita proprio "verde Empoli".




Come già avvenuto per numerose attività legate alla tradizione gastronomica ed artigianale italiane, anche la diffusione della lavorazione del vetro ad Empoli era legata essenzialmente a finalità pratiche. Nella terra del Chianti, infatti, era necessario industriarsi nella produzione di contenitori nei quali poter conservare l'ottimo vino locale. Fu così che nella cittadina toscana gli artigiani locali cominciarono ad utilizzare vetro e paglia per realizzare i tipici fiaschi da vino. Ben presto la produzione di manufatti si estese ad altri oggetti e contenitori di uso quotidiano oltre che a vere e proprie creazioni artistiche. Basti pensare che la città di Gambassi in Valdelsa era particolarmente rinomata sin dal XIII secolo per la produzione vetraria, tanto che i bicchierai locali sono stati particolarmente richiesti in tutta Italia sino a tutto il Rinascimento. Gli scavi effettuati nella zona riportarono alla luce le antiche fornaci impiegate nel processo produttivo oltre che numerosi manufatti risalenti a differenti periodi storici.

Ancora oggi la lavorazione del vetro, che richiede particolare maestria vista la difficoltosa malleabilità della materia prima e la sua rapidità nel raffreddarsi, segue le tecniche di un tempo che prevedono la modellazione della pasta di vetro a mano oppure mediante bacchette in metallo con le quali viene effettuata la soffiatura a bocca. Con l'ausilio di appositi stampi e strumenti possono essere ottenuti oggetti dalle forme più disparate caratterizzati, nella zona di Empoli, dalla tipica colorazione verde che non è altro che la sfumatura naturale assunta dal vetro comune in queste aree in cui le sabbie estratte dai fiumi locali e lungo il litorale tirrenico sono particolarmente ricche di ossido di ferro. Nella città toscana si diffuse, comunque, anche la lavorazione di vetro giallo e azzurro, anch'esse colorazioni assunte naturalmente dal vetro. Dopo un periodo di particolare lustro a cavallo tra le due guerre, in cui divenne grande protagonista delle arti decorative, nonostante la perizia degli artigiani locali ed il pregio delle loro creazioni, il vetro, nel corso del tempo, perse, però, parte dell'interesse del mercato, pur rimanendo un pilastro della tradizione artigianale locale.



Oggi chi desidera saperne di più sulla storia, l'evoluzione e le caratteristiche dei tradizionali manufatti in vetro verde di Empoli ha l'opportunità di scoprire tante interessanti informazioni su questa antica attività visitando il Museo del Vetro di Empoli ospitato all'interno del Magazzino del Sale. Questo edificio, risalente niente meno che alla seconda metà del XIV secolo, si trova nel cuore di Empoli e venne costruito per stivare e distribuire il sale proveniente dalle saline di Volterra. Al suo interno è possibile scoprire, durante il percorso di visita, l'impatto che l'attività vetraria ebbe sul contesto economico, urbanistico e sociale della città. Con il supporto di ricostruzioni d'ambiente, video e documentari storici, verranno svelati i segreti del processo produttivo e le fasi di lavorazione della "piazza" composta dal maestro vetraio e dai suoi collaboratori.

Il museo custodisce, inoltre, una ricca collezione di oggetti di vario genere suddivisi in aree tematiche. Si possono ammirare, tra gli altri, fiaschi, damigiane, recipienti e strumenti per la vinificazione e l'imbottigliamento del vino e dell'olio, prodotti in grandi quantità a partire dalla seconda metà del XIX secolo, oltre che oggetti per la tavola e creazioni artistiche risalenti agli inizi del secolo successivo. In particolare, al vetro artistico sono riservate due sezioni dell'esposizione: una dedicata al vetro verde di Empoli e l'altra al vetro colorato, trasparente, molato, inciso, decorato a smalto o pantografato, ed anche al cristallo, tipico della produzione empolese a partire dalla metà degli anni Cinquanta del Novecento.



Non si può certamente abbandonare la cittadina toscana senza essersi concessi una piacevole passeggiata alla scoperta del suo interessante centro storico che si raccoglie attorno alla pittoresca Piazza Farinata degli Uberti, sulla quale si affaccia la Collegiata di Sant'Andrea, autentico capolavoro architettonico, con la sua magnifica facciata in stile romanico fiorentino adornata da marmi bianchi e verdi, unico esempio visibile al di fuori delle mura di Firenze. Le opere un tempo custodite al suo interno, che ha subito numerose trasformazioni nel corso dei secoli, sono oggi esposte presso il Museo della Collegiata, un vero e proprio concentrato di opere d'arte tra cui si distinguono il fonte battesimale attribuito a Bernardo Rossellino, preziose testimonianze pittoriche come l'affresco capolavoro di Masolino che raffigura il Cristo in pietà, le opere di Lorenzo Monaco, Filippo Lippi e della bottega dei Botticini, e le terrecotte invetriate della bottega dei Della Robbia, nella parte superiore del chiostro. Da non perdere una visita al Museo Civico di Paleontologia, proprio di fronte alla Collegiata, e alle case museo di Jacopo Pontormo, grande artista cinquecentesco, e Ferruccio Busoni, compositore e pianista eccelso, entrambi nativi di Empoli.

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