
Molti i tornanti nella prima parte del circuito che parte ed arriva ad Urbino
Marzo può certamente rappresentare un periodo ottimo per un'escursione cicloturistica in queste zone, che hanno pagato oltremodo i recenti eventi sismici che hanno colpito il centro Italia. L'assenza quasi assoluta di danni materiali alle bellezze storico-architettoniche non ha impedito una diminuzione dei flussi turistici, mentre potrebbe incoraggiare la riscoperta del Montefeltro in bicicletta. Si può fissare la partenza all'ombra del Palazzo ducale di Urbino, in piazza Mercatale, per iniziare il tour muovendosi in direzione ovest verso Urbania. Dai 420 metri di altitudine di Urbino il tracciato prevede un inizio in discesa, con molti tornanti spesso piuttosto impegnativi. Dopo circa 12 chilometri si sfiora l'abitato di Urbania per poi puntare la cittadina di Sant'Angelo in Vado, rinomata per il valore storico e per il pregiato tartufo bianco. Più avanti, al chilometro 23, si incrocia la cascata del Sasso. E' il punto in cui il fiume Metauro, con il suo fronte largo 60 metri, effettua un suggestivo salto di 15 metri, ed in cui inizia la salita verso il punto più alto del tracciato, a quota 550 metri e a poco meno di 30 chilometri dal via.
Da qui di nuovo in discesa lungo la statale 73 bis per raggiungere la località medievale di Piandimeleto, rinomata anche per le sue bellezze naturali. Siamo a metà del percorso, ma è di fatto l'ultima significativa tappa del circuito. Resta solo da affrontare un ultimo ed impegnativo strappo in salita lungo quasi 10 chilometri. Da Villa Schieti, punto altimetricamente più in basso dell'itinerario a quota 180 metri, si risale nuovamente alla volta di Urbino.