Chi si trova a passeggiare per il centro di Roma, tra le tante attrazioni che non si può lasciar sfuggire, c'è la Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, in Campo Marzio. Adiacente al collegio romano, la chiesa dei Gesuiti dedicata al fondatore dell’ordine si affaccia sull’omonima piazza e si presenta in stile barocco. Il precedente edificio diventò troppo piccolo e nel 1622 venne iniziata la costruzione dell’attuale chiesa che, a causa dell’esaurimento dei fondi, venne terminata senza cupola. La facciata si struttura nell’ordine superiore ed inferiore: nella parte sotto sono collocate tre aperture che permettono l’accesso all’interno, con porte sormontate da timpani impreziositi da raffinati festoni, mentre nella parte superiore c’è una gran finestra e due volute, quei particolari ornamenti geometrici a forma di spirale.
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Una volta varcata la soglie bisogna guardare con attenzione le geometrie dei marmi sul pavimento e collocarsi proprio al centro della navata centrale, dove si trova un cerchio nel marmo. Questo è il punto migliore per guardare in alto e lasciarsi catturare da una straordinaria illusione ottica, poiché il magnifico affresco di Andrea Pozzo, realizzato sul finire del 1600, sembra quasi sfondare il soffitto per farlo apparire alto il doppio offrendo agli occhi la simulazione prospettica di una seconda chiesa tridimensionale che appoggia su quella reale. Quest’architettura simulata è articolata su un ordine inferiore ed uno superiore che si protende verso l’alto con un sinuoso movimento di colonne, archi e trabeazioni. Vi è raffigurata la Gloria di Sant’Ignazio, con un fascio di luce che si irradia dal costato del Cristo e che illumina il Santo riflettendosi verso quattro figure allegoriche intorno a lui, che rappresentano i quattro continenti allora conosciuti.
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Procedendo di poco verso l’altare si trova un altro punto contrassegnato per ammirare una seconda tela prospettica: si tratta dell’immagine della cupola, sopra la crociera, riprodotta per sopperire alla mancanza della reale cupola progettata e mai realizzata. Le sei cappelle che sfilano lungo le navate laterali offrono completezza ed armonia all’intero impianto architettonico mentre nella calotta dell’abside, sempre per mano di Andrea Pozzo, si nota un’architettura fittizia con quattro colonne dritte in una superficie concava. Tra le altre opere d’arte si possono ammirare La religione e la Magnificenza di Alessandro Algardi, la pala con il Transito di San Giuseppe di Francesco Trevisani, l’altare del transetto destro del Pozzo con il rilievo del San Luigi Gonzaga di Pierre Legros, la Cappella Ludovisi con il monumento sepolcrale di Papa Gregorio XV e quattro statue in stucco che rappresentano le Virtù.
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