Cosa hanno a che fare l’uno con l’altro Babbo Natale, Re Artù, Gesù e San Nicola? Tutte e 4 le figure universalmente note intrecciano storia e leggenda, certo, ma c’è di più. Le loro vicende trovano un punto in comune in una precisa località: Bari. Per l’esattezza, nella Basilica di San Nicola, uno degli esempi più maestosi dell’architettura romanica in Puglia. Una storia piuttosto complicata, che potrebbe celare un segreto molto affascinante.
Tra Babbo Natale a San Nicola la connessione è piuttosto nota. Il signore dalla barba bianca che porta i doni ai bambini sarebbe un’evoluzione di San Nicola, vescovo di origine bizantina conosciuto come ‘protettore dei bambini’. Nei secoli folklore e leggenda hanno trasformato un signore di origine mediterranea in uno dai connotati lapponi. Come arrivò a Bari questo santo? Il mito di San Nicola vede 62 pescatori portare le reliquie del santo dalla sua città originaria, Myra, a Bari, intorno all’anno 1000. Le si voleva infatti mettere in salvo dai musulmani che avevano conquistato la città, trasferendole in Occidente. Secondo la leggenda, una volta sbarcate a terra le reliquie vennero trasportate su un carro trainato da buoi, i quali si rifiutarono di proseguire oltre il punto in cui ora sorge la Basilica. L’impuntarsi dei buoi venne letto come un segno.
In verità non tutte le reliquie di San Nicola si trovano a Bari: anche Venezia, nell’omonima abbazia, ne conserva, così come la chiesa di Rimini e una basilica in Lorena (Francia). Ma torniamo al punto: all’interno della Basilica di San Nicola di Bari vi è un ricco reliquiario. Esso conterrebbe, oltre alle spoglie del santo, riferimenti non meglio precisati alle reliquie di Longino, santo a cui si collega la storia di Gesù. Longino, secondo la tradizione cristiana, sarebbe il centurione che colpì con la lancia il costato di Cristo in croce. Per comprendere solo dopo che costui era il figlio di Dio. O almeno questa è una delle versioni.
Torniamo a noi: nel reliquiario della Basilica di San Nicola vi è una reliquia di san Longino. Che sarebbe giunta a Bari durante la prima Crociata. Si tratta di storie non documentate, quindi ricostruite in modo frammentario. Tanto che esistono diverse versioni sia sull’arrivo delle reliquie di Longino a Bari, sia su un ulteriore fatto curioso. La mitica lancia di Longino, divenne uno degli oggetti di culto e ricerca più ambiti della storia, come il Sacro Graal. E dal suo metallo, sarebbe stata forgiata Excalibur, la spada di Re Artù. In passato si è addirittura ipotizzato (ipotesi senza fondamento reale, ma abbracciata dai cultori del mistero) che sotto la Basilica di San Nicola si celi proprio la lancia di Longino.
A chiudere il cerchio, sul Portale dei Leoni dal quale si accede alla basilica, capeggia un bassorilievo che raffigura dei cavalieri che conquistano un castello. Riferimento che in molti hanno ricollegato ai Cavalieri della Tavola Rotonda. Il ciclo arturiano fonde a sua volta realtà e leggenda, è perciò impossibile stabilire la verità attraverso le date. Nonostante si tratti di fatti non comprovabili, conoscerli permette senza dubbio al visitatore di osservare la Basilica di San Nicola di Bari con occhi diversi.