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El Royale, sul confine di due stati tra il bene e il male

Dov'è il Motel scelto da Drew Goddard per il suo nuovo film da regista? Un mistero che esula dalla geografia.

20th century fox
Come avevamo già visto in altre occasioni, in genere è pressoché impossibile che Vancouver e la British Columbia possano conquistare i palcoscenici più importanti - e gli schermi - anche quando scelte come location principali di molti dei film che vediamo. Spesso utilizzati per rappresentare altre regioni, o Stati, del Nord America, abbiamo reso dignità a questi 'angoli' di Canada ogni volta che abbiamo potuto, e che soprattutto avesse senso farlo. Ma questa volta, tutto sommato, l'ambientazione creata da Drew Goddard per il suo 7 sconosciuti a El Royale è di tutt'altro tipo. E talmente 'irreale' e sopra le righe da permetterci di staccarci dal dato geografico per raccontarla.



Nel nuovo film del regista di Quella casa nel bosco ci troviamo infatti alla fine degli anni '60, sul confine tra il Nevada e la California, dove sorge il pacchiano e diversamente accogliente El Royale. Un Lodge non proprio classico, vera e propria attrattiva per i villeggianti attratti dal Lago Tahoe. e soprattutto per i sette estranei protagonisti della vicenda, ognuno con un passato da nascondere e un segreto da proteggere che qui si incontrano in una notte che si rivelerà un momento decisivo nelle loro vite. E nel quale tutti avranno un'ultima, fatidica possibilità di redenzione.

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Poche settimane di riprese - tra il 29 gennaio 2018 e il mese di febbraio - sono bastate alla produzione per trasformare gli scorci di Vancouver e dintorni nella particolarissimo cornice del misterioso e fatiscente hotel al confine tra California e Nevada (e per il quale ci si è ispirati all'ex Motel noto come Cal Neva Lodge & Casino di Crystal Bay, vicino Reno in Nevada, a un passo dal vero Lake Tahoe di cui si diceva. Un piccolo hotel noto per esser stato scelto - per la sua discrezione - anche da Judy Garland o dai Kennedy per i loro affari più privati (come quelli di JFK con la sua Marilyn, che secondo alcuni vi morì) e per esser stato acquistato da Frank Sinatra nel 1960, per poi chiudere definitivamente i battenti nel 2013.

Nella realtà, pero, la giovane cantante nera (Cynthia Erivo), l'anziano prete dalle mille sorprese (Jeff Bridges), il venditore di aspirapolvere interpretato da Jon Hamm e la misteriosa hippie di Dakota Johnson hanno lavorato lungamente in studio, o in set ricostruiti dalle parti della cittadina di Agassiz (dalle parti di Pioneer Avenue e dintorni), sul lato opposto del Fraser River rispetto al Bridal Park & Falls della riserva ecologica che prende il nome dal fiume.

"L'El Royale non è un luogo reale - puntualizza lo scenografo Martin Whist, - non è una riproduzione, non è nemmeno particolarmente accurato, eppure ha radici profonde. è un posto al quale credi. è accogliente. Ma ti inganna". Quel che cercava il regista di Los Alamos, innamorato della doppiezza di ogni buon noir e dell'incredibile sito di Four Corners, dove una installazione marca il punto in cui si toccano i confini degli stati di Utah, Colorado, Arizona e Nuovo Messico.

"Ho voluto mettermi alla prova per creare un luogo dove ci fossero diverse persone in uno spazio limitato - racconta Goddard dell'idea originaria. - Come renderlo interessante? Come trasformare la location nel corso di una sola notte? Sono state domande che hanno reso difficile e insieme divertente scrivere la sceneggiatura. E poi io amo gli hotel, semplicemente. Amo il loro essere posti dove la gente si incontra per periodi brevi. E volevo esplorare questa idea.".
 
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